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Data: 12/12/2014

A migliaia in marcia a Pescara, la cronaca del corteo

A migliaia in marcia a Pescara, la cronaca del corteo
Le notizie e i commenti in presa diretta

Stamattina il corteo era ancora in corso, per la manifestazione regionale di Cgil e Uil in occasione dello sciopero generale, e già le agenzie di stampa battevano le notizie e raccontavano quanto accadeva a Pescara, dei 6000 che da tutto Abruzzo sono arrivati nel capoluogo adriatico. Un resoconto ripreso e rilanciato da tante testate giornalistiche: vediamo come l'appuntamento è stato raccontato in presa diretta.

 

Migliaia di persone - si legge nelle agenzie e sui siti internet - stanno sfilando in corteo per le vie di Pescara nell'ambito della manifestazione regionale organizzata in occasione dello sciopero generale indetto da Cgil e Uil contro il Jobs Act e la legge di stabilità.

I manifestanti, tra musica, cori, striscioni e bandiere, stanno percorrendo le vie del centro fino a raggiungere piazza Sacro Cuore, dove si terrà il comizio conclusivo. Presenti tra gli altri il segretario nazionale della Uil Antonio Foccillo e i segretari regionali di Cgil e Uil, Gianni Di Cesare e Roberto Campo. Imponente il servizio di sicurezza con decine di uomini delle forze dell'ordine tra Polizia, Carabinieri e municipale. Traffico in tilt nel centro di Pescara, non sono mancate proteste da parte degli automobilisti.
«Questa ampia partecipazione - sottolinea Di Cesare - è sintomo di una grande forza e di una grande volontà. E' sintomo della necessità di cambiamento e di far ripartire l'Abruzzo. Il tempo è scaduto, bisogna agire e reagire, partendo dalla Regione e dalla giunta».
«In tutta Italia le piazze sono piene. Il Presidente del Consiglio deve tener conto di queste piazze e di questa gente che paga lo sciopero di tasca propria. Bisogna dare delle risposte - ha affermato il segretario nazionale della Uil, Antonio Foccillo - La legge di stabilità ripropone le solite e vecchie ricette. C'è bisogno di investimenti pubblici, bisogna lavorare su ricerca, scuola e università, bisogna liberare il patto di stabilità interno per consentire ai comuni di fare piccole opere. È necessario aumentare i salari e le pensioni per rilanciare i consumi interni. I soldi per gli investimenti ci sono: basta prendere l'evasione e il malaffare. Pensiamo a quello che accade a Roma, dove da un lato ci sono sprechi, con le vicende ormai note, e dall'altro le tasse più alte d'Italia».
«Noi non abbiamo voglia di cambiare i governi, vogliamo cambiare le politiche dei governi - ha continuato Foccillo - Quelle politiche che si ripetono ancora una volta e tagliano soltanto ai lavoratori e ai cittadini. Tagliano sulle pensioni, sul salario, sull'occupazione e sul welfare. Arrivano a dire che se vogliamo parlare di politica dobbiamo sederci in Parlamento. Caro presidente (Renzi) non lo ripeta troppo spesso perché c'è il rischio che qualcuno ci pensi e costruisca un partito dei lavoratori, e poi veniamo anche in Parlamento a dare le risposte e le proposte».

 

 

                                                              L'articolo del giornale online abruzzoweb.it

 

Scrive Filippo Tronca su abruzzoweb.it dando notizia della manifestazione:

<Il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, tace, ma dovrebbe invece opporsi ai tagli da 150 milioni di euro di trasferimenti da parte del governo e alle politiche del lavoro contenute nel Jobs Act, che avranno pesanti ripercussioni in Abruzzo>.
Ad affermarlo ad AbruzzoWeb, continua il giornalista, è <il segretario regionale della Cgil, Gianni Di Cesare, a conclusione della giornata di sciopero generale indetta dai sindacati Cgil e Uil e della manifestazione che in Abruzzo ha avuto come teatro Pescara e che si è conclusa, senza incidenti o momenti di tensione, in piazza Sacro cuore... Alla manifestazione ha fatto seguito nel pomeriggio la protesta degli studenti>.
I sindacati, si legge nell'articolo, parlano di bilancio positivo. <Sessanta i pullman provenienti da tutto l'Abruzzo e 6 mila persone al corteo per le strade di Pescara. Punte di adesione nelle aziende anche del 99 per cento con una media in linea con quella italiana del 60 per cento circa. Dai primi dati forniti ad Abruzzoweb dalla Cgil, in provincia di Teramo alla Morgan Carbon le adesioni sono state del 70%, alla Golden Lady del 35%, al Maglificio Gran Sasso del 90%, all'Alfa Gomma del 95%. In provincia di Chieti bassa l'adesione alla Honda e alla Sevel, dove non si è superato il 25%, mentre all'Insringhausen è stata dell'85% e alla Denso del 68%. In provincia dell'Aquila all'Arpa si è superato il 70%, record nel polo farmaceutico del capoluogo abruzzese: adesioni al 99% alla Menarini, 70% alla Dompè, 74% alla Sanofi Aventis>.

<L'Abruzzo - spiega Di Cesare - ha perso negli ultimi anni 54 mila posti di lavoro, anche per questo i tagli dei trasferimenti da parte del governo avranno conseguenze pesanti, soprattutto nel settore del terziario. Questi tagli significheranno infatti altri disoccupati nel settore della sanità, dei trasporti, della scuola, della cultura e dell'assistenza sociale. E ovviamente meno diritti e meno servizi per tutti i cittadini. La politica regionale non può stare a guardare>. Inoltre, aggiunge il segretario, <per pagare la cassa in deroga mancano per l'Abruzzo ancora 30 milioni di euro, e nei prossimi mesi si rischia l'emergenza sociale>. Tutte questioni strettamente legate al Job Act e al Patto di Stabilità.

<Il Jobs Act del governo di Matteo Renzi - si infervora Di Cesare - ha tolto il diritto ai giovani di avere un futuro, perché creerà nei luoghi di lavoro una divisione netta tra chi è tutelato e chi no. I giovani perderanno la loro dignità e saranno solo al servizio in maniera servile dei datori di lavoro>. Ed è soprattutto <una legge ad invarianza di finanza, e dunque il governo la finanzierà appunto con i tagli di cui parlavo. La modesta estensione degli ammortizzatori sociali sarà invece resa possibile dal ridimensionamento degli ammortizzatori esistenti, e infatti c’è una circolare antecedente al Jobs Act che riduce la cassa integrazione in deroga da 12 a 5 mesi. La cassa integrazione straordinaria è stata poi abolita per le aziende che dichiarano fallimento>. 

Cgil e Uil sostengono invece che per garantire ammortizzatori sociali universali servirebbero dai 10 ai 20 miliardi l'anno, a seconda della congiuntura economica. <Questo paese - conclude Di Cesare - è in recessione, e ciò è dipeso, se si vanno a leggere le carte, dal crollo degli investimenti da parte delle imprese, che si sono ridotti del 4%. Ora il governo regala alle aziende 8 miliardi di tagli dell'Irap. Noi abbiamo proposto, senza essere ascoltati, che le riduzioni fiscali andavano garantite solo alle aziende che assumono e fanno investimenti>.

Il redattore del giornale online conclude ricordando che <duri attacchi alle politiche economiche del governo> sono venuti anche dal segretario confederale della Uil, Foccillo.

 

 

 

 

 

 

 

 


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