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Data: 19/03/2014

Abruzzo, 38.000 in fila nelle mense dei poveri

Abruzzo, 38.000 in fila nelle mense dei poveri
I dati del Banco Alimentare, cresce la richiesta di aiuto mentre si attendono i programmi europei

In Abruzzo è una città di medie dimensioni, 38.000 persone che vivono dell'aiuto e della solidarietà del Banco Alimentare, una rete di 211 enti convenzionati (associazioni di volontariato, mense per i poveri, Caritas, parrocchie, case famiglie) e tanti volontari che l'anno scorso hanno operato per consentire a questi poveri almeno di poter mangiare. Oltre un milione e 300mila chili di cibo raccolti e distribuiti (47 chili ciascuno in un anno), per una valore superiore ai tre milioni di euro.

D'altra parte anche in Abruzzo il disagio e la povertà crescono e quelli del Banco Alimentare sono numeri che riguardano l'attività di quella associazione, che non copre il 100% dell'attività caritativa. Difficile quindi avere un'idea precisa del numero degli abruzzesi che mangiano il cibo della solidarietà, sommare ai 38mila gli altri che ogni giorno chiedono aiuto (almeno duemila in più) alle varie organizzazioni, che allungano le file fuori le mense dei poveri che prima erano all'Aquila e Pescara ma che ora si sono diffuse in altri centri dell'Abruzzo.

A questa macchina della solidarietà il Banco Alimentare fornisce una notevole quantità di carburante, il cibo appunto, e lo fa in un momento in cui altri enti (una ventina) vorrebbero convenzionarsi e entrare nella rete. Fatto è che l'anno scorso il numero degli assistiti è rimasto invariato e che i dati illustrati recentemente da Luigi Nigliato e Cosimo Trivisani, presidente e direttore del Banco alimentare dell'Abruzzo, dovrebbero più che allarmare la politica e la classe dirigente di questa regione: a Pescara e provincia sono assistiti 15 mila poveri (per quasi 600mila chili di cibo), a Chieti e provincia i poveri aiutati sono circa 12 mila (442.616 chili di prodotti), Teramo e provincia contano 6.500 cittadini in povertà (221.562 chili di merce distribuiti), mentre i poveri assistiti all'Aquila e provincia sono 3.500, ai quali sono andati oltre 110mila chili di prodotti.

Ma dove si è preso tutto questo cibo? Contrariamente a quanto si pensa, la maggior parte non è arrivato dalla solidarietà della colletta alimentare (l'anno scorso sono stati raccolti poco più di 200mila chili di merce) ma soprattutto dalle eccedenze dell'agricoltura, che in questo modo hanno sostenuto le iniziative per i bisognosi. Il problema però è che questo programma europeo (basato appunto sulle eccedenze della produzione agricola) è finito il 31 dicembre 2013 ed altre soluzioni per affrontare il problema della fame sono ancora allo studio.

Per il momento c'è un programma europeo che ha già stanziato per l'acquisto di derrate alimentari 85 milioni di euro (cui si aggiunge un finanziamento italiano di 10 milioni) ma le modalità di gestione di questi fondi, che fanno capo al ministero dello Sviluppo economico, devono ancora essere fissate. Se le eccedenze della produzione agricola non vengono più dirottate alle mense dei poveri e se i fondi sono in mano alla burocrazia allora si spiegano anche le preoccupazioni di chi è impegnato nella solidarietà. <La rete del Banco Alimentare - hanno spiegato ai giornalisti Nigliato e Trivisani - sta spingendo insieme ad altri sei enti caritativi di livello nazionale per accelerare i tempi ed evitare che i poveri restino senza cibo, in attesa che i meccanismi di acquisto e distribuzione vengano decisi e potenziati>. Nel frattempo? Intanto <una diminuzione del cibo distribuito agli indigenti sarà inevitabile, per circa il 20%».

In Abruzzo il Banco Alimentare proverà ad evitare che i prodotti da distribuire diminuiscano troppo, per il momento però rivolge un appello alle industrie agroalimentari perché diano una mano regalando le loro eccedenze. Anche perché il sistema, oltre che con i volontari, funziona grazie a diverse aziende abruzzesi, quelle disposte a donare prodotti a lunga scadenza. Sicché da quest'anno la sede regionale sta trattando anche due nuovi tipi di alimenti: l'ortofrutticolo e il surgelato, per il quale è stata montata in magazzino una cella frigorifera.


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