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Data: 26/06/2017

Abruzzo trainato dalle grandi aziende, arrancano gli altri comparti

Abruzzo trainato dalle grandi aziende, arrancano gli altri comparti
Il rapporto 2016 presentato dalla Banca d'Italia sull'economia della nostra regione

E' stato presentato oggi all'Aquila il rapporto annuale che gli esperti della Banca d'Italia hanno stilato per raccontare quanto è accaduto l'anno scorso all'economia della nostra regione. Luci ed ombre - come si legge nel rapporto che pubblichiamo integralmente in allegato - seguiti poi, tra la fine del 2016 e l'inizio di quest'anno (si legga la News del 22 giugno) da una frenata che ha avuto riflessi negativi proprio a partire dall'occupazione.

 

"Nel 2016 il Pil dell'Abruzzo, secondo le stime preliminari di Prometeia - è scritto nel rapporto Bankitalia - avrebbe continuato ad espandersi. Nonostante il graduale recupero, il prodotto interno lordo risulta ancora inferiore di circa il 4% rispetto ai livelli del 2007 (alla vigilia della crisi economica, ndr), sebbene la contrazione sia meno pronunciata rispetto al dato medio nazionale. Come nell'anno precedente, la crescita è stata trainata principalmente dall'industria manifatturiera, che ha beneficiato di un ulteriore, significativo incremento delle esportazioni. Nell'edilizia e nel settore agricolo i livelli di attività sono rimasti sostanzialmente stabili. Nel terziario poi il prodotto è complessivamente stimato in modesto incremento: a fronte dell'espansione registrata nei trasporti e nei servizi immobiliari, l'attività produttiva ha ristagnato nel commercio e nel turismo.

La ripresa congiunturale - continuano gli studiosi della Banca centrale - ha favorito l'aumento dell'occupazione e un calo del tasso di disoccupazione, anche tra i lavoratori più giovani. I tassi di interesse sui prestiti bancari sono ulteriormente diminuiti, in particolare nella componente a medio e a lungo termine. Ne hanno beneficiato soprattutto le famiglie, che hanno accresciuto la domanda di mutui e di credito al consumo. E' proseguito il miglioramento della qualità del credito.
Le imprese - Anche nel 2016 la produzione industriale è stata sospinta dal buon andamento del comparto dei mezzi di trasporto, il principale settore di specializzazione dell'industria abruzzese. Nel manifatturiero le grandi imprese, maggiormente presenti sui mercati esteri, hanno continuato a registrare tassi di crescita del prodotto più elevati rispetto alle aziende di minore dimensione. Le aspettative dichiarate dagli operatori forniscono indicazioni di una prosecuzione della fase di ripresa nell'anno in corso.

Le attività di ricostruzione post-sisma continuano a sostenere l'attività del comparto edile nella provincia aquilana, compensando tuttavia solo parzialmente gli andamenti ancora negativi nel resto della regione. Nel terziario è diminuito il fatturato delle imprese del commercio e della ristorazione. Le presenze turistiche hanno sostanzialmente ristagnato, mentre si è rafforzata la ripresa dell'attività nel comparto dei trasporti e tra gli operatori del mercato immobiliare, che hanno beneficiato dell'ulteriore aumento delle compravendite di abitazioni.

La redditività delle imprese è nel complesso migliorata, con riflessi positivi sulla capacità di autofinanziamento, sulla struttura finanziaria e sulla liquidità. La ripresa ciclica e il miglioramento delle condizioni finanziarie hanno sostenuto la dinamica degli investimenti. Le previsioni formulate dagli imprenditori segnalano, per quest'anno, una prosecuzione dell'accumulazione di capitale.

I prestiti bancari alle imprese sono rimasti sostanzialmente invariati alla fine del 2016: a fronte del lieve incremento dei finanziamenti a quelle di maggiori dimensioni, i prestiti alle piccole imprese hanno continuato a contrarsi, sebbene in misura inferiore rispetto all'anno precedente.
Il mercato del lavoro - Nel 2016 la crescita dei livelli produttivi ha sostenuto l'incremento dell'occupazione e delle ore lavorate. Tra i lavoratori dipendenti sono tornate a crescere le assunzioni a tempo determinato. Il tasso di disoccupazione giovanile è diminuito, interrompendo la tendenza all'aumento osservata durante l'intero corso della crisi; è ugualmente diminuita la quota dei giovani che non lavorano e che non sono inseriti in un percorso d'istruzione o formazione. I tempi di rientro nell'occupazione per chi aveva perso l'impiego nella prima fase della crisi sono risultati più brevi per i lavoratori con un livello d'istruzione più elevato.
Le famiglie - La ripresa dell'occupazione ha contribuito a migliorare la situazione economica e il clima di fiducia delle famiglie. A partire dal 2015 il reddito e i consumi sono aumentati per la prima volta dall'inizio della crisi del debito sovrano. L'indebitamento delle famiglie ha ripreso a crescere, riflettendo l'aumento della spesa per l'acquisto di beni di consumo durevoli e di abitazioni, in presenza di condizioni di accesso al credito più distese. I prestiti per l'acquisto di abitazioni sono aumentati, beneficiando anche del calo dei tassi d'interesse sui nuovi mutui, scesi a livelli storicamente molto contenuti. Al fine di beneficiare delle migliori condizioni di prezzo è rimasto elevato il ricorso da parte delle famiglie già indebitate a surroghe e sostituzioni.

In presenza di bassi livelli dei tassi di interesse, il risparmio finanziario delle famiglie ha continuato ad essere destinato a forme d'impiego prontamente liquidabili, come i depositi in conto corrente, e agli strumenti del risparmio gestito.
Il mercato del credito - E' proseguito il processo di razionalizzazione della rete territoriale delle banche nella regione, la riduzione del numero di sportelli ha riguardato principalmente le grandi banche e i comuni dove era già più intensa la presenza del settore bancario. E' parallelamente aumentata la diffusione dei canali alternativi di contatto con la clientela. Con la ripresa il flusso di nuovi prestiti deteriorati si è ridotto ma ne rimane elevata la consistenza, alimentata nel tempo dalla doppia e profonda recessione che ha colpito l'economia italiana tra il 2008 e il 2014.
La finanza pubblica - Nel triennio 2013-15 la spesa delle amministrazioni locali è mediamente aumentata - concludono gli esperti Bankitalia - A tale andamento ha contribuito in particolare l'aumento della spesa per investimenti fissi sostenuta dai Comuni, su cui ha inciso l'attività di ricostruzione nelle aree colpite dal sisma del 2009. La spesa corrente si è ridotta, principalmente per effetto delle politiche di contenimento del personale. Le entrate correnti degli enti territoriali sono aumentate. La pressione fiscale locale sulle famiglie si mantiene lievemente al di sopra delle altre regioni a statuto ordinario. E' proseguito il calo del debito delle amministrazioni locali dell'Abruzzo, la cui incidenza sul Pil rimane tuttavia superiore alla media nazionale".

 

P.S. In allegato il Rapporto 2016 integrale

 

 

 


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