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Data: 17/11/2018

Abruzzo, una ripresa timida che non scioglie i nodi della regione

Abruzzo, una ripresa timida che non scioglie i nodi della regione
La Banca d’Italia presenta il rapporto sui primi nove mesi dell’anno

Quello che alleghiamo integralmente è il report che la sede abruzzese della Banca d'Italia ha diffuso per fare il punto della situazione economica di questa regione nei primi nove mesi dell'anno. Una regione, l'Abruzzo, alle prese con una lenta fase di consolidamento e ripresa ma che ancora non scioglie alcuni dei nodi che frenano, ormai da alcuni anni, il rilancio dell'economia e del lavoro: per tutti - ma soltanto come esempi e per brevità di sintesi - un aumento dell'occupazione del 5,9% nel primo semestre dell'anno che supera il calo registrato nello stesso periodo del 2017 ma che ha lasciato intatto il problema di fondo del mercato del lavoro: ovvero che si tratta in larghissima parte di lavori a termine, precari, di part-time involontari e imposti; oppure un export che pone l'Abruzzo davanti ad altre regioni ma che non è realizzato dalle aziende locali, abruzzesi, ma è trainato da fabbriche grandi e medie con il cervello e i centri di controllo fuori dalla nostra regione; e poi un comparto fondamentale come quello dell'edilizia ancora al minimo nonostante i cantieri dei post-terremoti e il timido segnale di ripresa del mercato immobiliare; un rilancio degli investimenti che ancora non spinge le piccole e medie imprese abruzzesi, l'ossatura di questa regione, a una diffusa innovazione tecnologica e gestionale in grado di aprire i mercati internazionali facendole uscire dalla gabbia di un mercato interno ancorato a consumi italiani troppo risicati; un credito che le banche concedono con parsimonia o il blocco di investimenti pubblici (per esempio il Masterplan o la ricostruzione degli edifici pubblici distrutti dai terremoti) con finanziamenti annunciati e disponibili ma che ancora non prendono la forma di cantieri e lavoratori.
Criticità cui si accompagnano alcuni elementi positivi, che Bankitalia ovviamente sottolinea, e che tuttavia vanno sostenuti e incentivati con scelte e progetti che la Cgil chiede da tempo alla politica e alla istituzioni. Anche perché l'Abruzzo (insieme al Molise) è arrivato a un bivio: deve fare le scelte che servono per ripartire e agganciare le regioni del centro-nord, oppure rischia di tornare indietro tra le zone meno sviluppate del sud italiano. Detto ciò, chi vuole approfondire la situazione che la Banca d'Italia ha osservato in Abruzzo fino a questa estate può leggere il rapporto che alleghiamo di seguito.


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