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Data: 27/09/2017

Agricoltura, bloccati in Abruzzo i contratti provinciali

Agricoltura, bloccati in Abruzzo i contratti provinciali
I sindacati censurano l’atteggiamento delle organizzazioni delle imprese, aspettano diecimila lavoratori

Non soltanto due anni non sono bastati a rinnovare un solo contratto provinciale di lavoro (in Abruzzo i Cpl sono scaduti il 31 dicembre 2015), non soltanto tantissimi operai agricoli e florovivaisti di questa regione aspettano di veder riconosciuto un loro diritto (i lavoratori dipendenti del comparto sono circa 10.000) ma addirittura le organizzazioni agricole - Cia, Coldiretti e Confagricoltura - stanno manifestando in Abruzzo un pesante atteggiamento <di chiusura e scarsa disponibilità rispetto alla necessità di rinnovare i contratti provinciali, come se nella nostra regione vi fossero condizioni di settore talmente gravi e particolari da impedire la conclusione positiva dei negoziati>. Un atteggiamento che Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil stigmatizzano e che non <si è riscontrato nel resto del paese, dove le proficue relazioni sindacali si sono tradotte nella sottoscrizione dei contratti provinciali di lavoro in quasi tutte le province italiane>.
Così, in una nota dei segretari regionali, i sindacati abruzzesi del comparto agricolo (Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil) denunciano i ritardi nella firma dei contratti e pongono alcune domande sulle imprese di questa regione: <E' questa la sensibilità che gli imprenditori abruzzesi hanno nei confronti dei loro dipendenti? È questa la considerazione che mostrano verso il fattore umano che contribuisce in maniera determinante alla competitività e ai successi delle loro aziende? E' questo il valore che attribuiscono alla contrattazione? Noi crediamo di no - continuano - e pertanto, nell'esprimere la nostra concreta volontà di costruttive relazione sindacali, chiediamo a tutti coloro che rappresentano le forze sane nel territorio regionale di non esimersi dal compito di lavorare con responsabilità allo sviluppo del settore agricolo; agli imprenditori stessi chiediamo di attivarsi presso le organizzazioni che li rappresentano affinché i negoziati possano aprirsi in tutte le province e concludersi rapidamente e positivamente>. Un'apertura che però è seguita da un annuncio chiaro: <In caso contrario - affermano Flai, Fai e Uila - il sindacato sarà costretto ad adottare durissime forme di protesta. La ragionevolezza sia reciproca>.
Fatto è che in tre province (Pescara, Chieti e Teramo) le organizzazioni agricole <addirittura non hanno consentito, ad oggi, neanche l'avvio delle trattative nonostante i ripetuti solleciti>. A Teramo poi <la situazione è ancora più grave perché questa è la seconda tornata contrattuale senza che il Cpl venga rinnovato, con le ripercussioni negative sugli addetti in termini di tutele e di recupero del potere d'acquisto e sullo sviluppo del settore che ben si possono immaginare>. E neppure va meglio nella provincia dell'Aquila <dove, dopo mesi di discussioni che avevano condotto a una fase avanzata del confronto (il che lasciava presagire il rinnovo del contratto prima della pausa estiva) Confagricoltura ha posto un'incomprensibile pregiudiziale in materia di orario di lavoro, non sappiamo quanto condivisa dalle altre organizzazioni datoriali, con l'obiettivo di andare a modificare in pejus (peggiorandole) questioni regolate dal contratto nazionale di lavoro e che non sono demandate alla contrattazione di secondo livello. Così impedendo, di fatto, la sottoscrizione dell'accordo>.

 


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