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Data: 27/05/2015

Ambiente-2. Natura, territori e nuove tecnologie: un crocevia per tornare a crescere

Ambiente-2. Natura, territori e nuove tecnologie: un crocevia per tornare a crescere
Il dibattito nella Cgil abruzzese prima della manifestazione di Lanciano

A qualche giorno dal grande corteo lancianese si può ragionare con più distacco. Con la distanza che serve a ricordare il contesto in cui si muove una parte di questa regione (una parte dell'opinione pubblica e delle forze sociali) ma soprattutto a ribadire la posizione del sindacato - con la lettera aperta della Cgil Abruzzo che pubblichiamo nelle News - e ricordare quel che accade dentro la nostra organizzazione.
A cominciare dal fatto che dell'ambiente ci occupiamo da molti anni, che la Cgil su questi temi ha elaborato prese di posizione, iniziative e scelte precise. Non senza aver promosso al suo interno un dibattito che si è arricchito anche di accenti e idee diverse prima di arrivare alla sintesi, alle azioni e alle scelte condivise. Un'attenzione ancora ben viva quindi, com'è emerso nel confronto sui temi ambientali che il direttivo regionale ha tenuto prima della manifestazione lancianese, alla presenza della Cgil nazionale.
Fatto è che oggi ci sono delle novità importanti, tali che per il segretario regionale lo Sblocca Italia e la riforma del titolo V della Costituzione hanno ricondotto il tema dell'ambiente <a una questione politica nelle mani del governo>. E tuttavia se alla ripresa e agli investimenti produttivi manca la benzina delle risorse economiche, è anche vero che l'industria italiana è forte proprio in questi comparti, che le nostre aziende sono le più evolute d'Europa proprio nelle tecnologie del risparmio energetico. <Un punto centrale della politica industriale - afferma Gianni Di Cesare - un settore in grado di far crescere attività produttive ad alta intensità di lavoro, capace di ridurre i costi rilanciando le imprese che hanno investito nel risparmio energetico (in Abruzzo la Denso e la Magneti Marelli-Fca), di permeare interventi importanti come la ricostruzione post-terremoto>.
Un ragionamento che trova d'accordo anche Mimì D'Aurora, oggi nello Spi ma ieri tra i precursori (nella Cgil abruzzese) delle battaglie ambientaliste, convinto che <il nuovo lavoro va cercato nella qualità ambientale e produttiva> ma anche <nel rilancio di una nuova forma di agricoltura>.

Così, detto che <la sostenibilità ambientale è ormai al centro di tutto ciò che accade, e che anche per la nostra regione l'orizzonte delle decisioni è quello europeo>, Rita Candeloro, del Dipartimento Ambiente e territorio della Cgil Abruzzo, compila un lungo elenco delle opportunità in campo: dalla riqualificazione delle periferie (il "rammendo urbano") agli investimenti nelle rinnovabili, dalla programmazione europea per le zone interne (per riorganizzare i servizi) alle smart city, dai piani per l'agricoltura alla messa in sicurezza del territorio fino alla gestione dei parchi. Settori <che lasciano grandi spazi nei piani del lavoro della Cgil>, ricorda la sindacalista, secondo la quale <la politica dei due tempi non funziona più, mentre è il momento di provare a raggiungere nuovi obiettivi e reindirizzare lo sviluppo>.
Il tempo però è un fattore importante, soprattutto per chi vive in una provincia - Chieti - dove l'industria dell'energia (e l'industria in genere) fa sentire tutto il suo peso. E' per questo che Germano Di Laudo, segretario generale della Camera del lavoro teatina, pone alcune domande: come accelerare la fase di transizione dalle energie fossili a quelle rinnovabili? come rispondere al tema dell'alto costo dell'energia? come tenere sul territorio fabbriche che rappresentano quote rilevanti del Pil abruzzese? E' un altro problema importante, quello del fattore-tempo, che entra nei piani del lavoro della Cgil e nelle sollecitazioni alla politica e alle istituzioni per un veloce cambio di rotta.
Come entra anche in settori tradizionali che possono dare un contributo significativo. Basti pensare al comparto delle costruzioni, <la cui riconversione in Abruzzo - osserva Silvio Amicucci, il segretario regionale della Fillea - sconta i ritardi degli enti locali e della Regione a predisporre leggi e norme in linea con gli obiettivi che si è dato anche il sindacato degli edili>. Quali sono? <Zero consumo suolo, rigenerazione urbana, recupero del territorio, bonifica delle aree inquinate, sviluppo di nuovi materiali e tanto altro> ricorda il segretario, il quale non dimentica la riqualificazione delle case Ater (mantenute di proprietà pubblica) e torna a chiedere alla giunta regionale un focus sull'edilizia sostenibile.
Così, al termine di una discussione dalla quale sono emersi tante idee e tanti contributi (ci scusiamo se non possiamo citarli tutti) Domenico Di Martino tira le somme ribadendo le posizioni della Cgil nazionale, che mentre il governo punta sull'abbassamento dei costi produttivi presenta invece il suo Piano del lavoro; che pensa a riqualificare le piccole e medie imprese sul loro territorio; che propone di accelerare la transizione dal fossile al rinnovabile anche per spingere le aziende italiane (che in questo comparto sono all'avanguardia), che chiede alla politica di incentivare economicamente sia la ricerca scientifica che gli interventi necessari a superare l'era del fossile e delle risorse inquinanti. Quelle che comunque sono destinate a finire.


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