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Data: 29/06/2015

Ambiente e lavoro: da accelerare la transizione verso l’efficienza, le rinnovabili e i settori dello sviluppo

Ambiente e lavoro: da accelerare la transizione verso l’efficienza, le rinnovabili e i settori dello sviluppo
La posizione della Cgil in vista della conferenza di Parigi e le critiche al governo

E' un giudizio severo quello che la Cgil ha dato al termine dei recenti Stati generali sul clima. Tale che per il sindacato le uniche cose che sono emerse con chiarezza sono le contraddizioni delle politiche governative, non in grado di fornire risposte credibili ed efficaci per contrastare i cambiamenti climatici ma soltanto di adattarsi ad essi.
Non solo. Commenta Danilo Barbi, segretario confederale della Cgil, al termine dell'appuntamento (gli Stati generali sul clima, appunto) che il governo ha voluto in vista della COP 21, la conferenza internazionale sul clima prevista a Parigi in autunno: <Le affermazioni dei Ministri e del Presidente del Consiglio, che dipingono il nostro Paese quale leader mondiale nel contrasto ai cambiamenti climatici, evidenziano tutte le contraddizioni delle politiche governative, miopi e reazionarie. Vogliamo ricordare al premier Renzi, il quale nel corso della manifestazione ha dichiarato che "il nemico numero uno è il carbone" - continua il sindacalista - che in Italia sono ancora attive tredici centrali a carbone per la produzione di energia elettrica, e che due di queste (Brindisi sud e Torrevaldaliga Nord a Civitavecchia) sono tra le prime trenta più inquinanti d'Europa>.
Barbi quindi chiede all'esecutivo un impegno serio nel processo di decarbonizzazione dell'economia, da accompagnare <con interventi di sostegno al mercato del lavoro per garantire la ricollocazione degli addetti dei settori altamente inquinanti che verranno dismessi e la creazione di nuova e qualificata occupazione, attraverso investimenti, partecipazione dei lavoratori, riqualificazione delle competenze e dei curriculum verso i nuovi settori dello sviluppo sostenibile, protezione sociale e rispetto dei diritti dei lavoratori>.

Anche sul versante dei cambiamenti climatici l'impegno del governo risulta insufficiente, un'azione fiacca di chi <non ha in mente nessuna azione di mitigazione del rischio>. Inoltre ricorda Barbi che <siamo l'unico dei grandi Paesi europei a non avere alcuno strumento strategico che fissi obiettivi e tappe di riduzione delle emissioni di gas serra, ma propone solo azioni di adattamento. Ovvero: come far fronte alle modifiche del clima (date ormai per acquisite) e rispondere agli impatti dovuti all'aumento delle temperature e delle precipitazioni, alla riduzione delle risorse idriche e all'aumento della frequenza degli eventi estremi>.

Dunque per la Cgil la COP 21, la conferenza internazionale prevista in autunno, sarà una tappa fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici. Al punto che <siamo impegnati (anche all'interno della Coalizione italiana clima) per far sì che a Parigi venga siglato un accordo ambizioso e giuridicamente vincolante per il mantenimento del riscaldamento globale ben al di sotto dei 2° C, possibilmente 1,5°>. Un accordo che <dovrà contenere le richieste del movimento sindacale globale per la giusta transizione e il lavoro dignitoso>, che dovrà essere <equo e prevedere aiuti economici e trasferimenti tecnologici dai paesi più ricchi a quelli più poveri. E' inoltre necessario - avverte Barbi - un impegno globale per l'eliminazione di ogni tipo di sostegno alle fonti fossili e alle produzioni dannose per l'ambiente>.

Allo stesso tempo l'accordo di Parigi <dovrà garantire il rispetto dei diritti umani e dei lavoratori: a partire dalla sicurezza alimentare, dal diritto alla terra, all'acqua, alla sicurezza energetica e alla ricerca della piena occupazione. Dovrà assicurare il rispetto dei diritti delle popolazioni indigene e delle future generazioni prevedendo meccanismi di partecipazione e di autodeterminazione delle popolazioni>.

La Cgil infine, nell'ambito delle posizioni condivise dalle confederazioni sindacali europee e internazionali ETUC e ITUC, <è impegnata nell'azione per il clima, convinta che solo un nuovo modello di sviluppo sostenibile dal punto di vista sociale, economico, industriale e ambientale possa garantire giustizia sociale, equità, piena occupazione, rispetto per la terra e per le future generazioni>. D'altra parte è vero anche quel che dice la segretaria generale della ITUC, Sharan Burrow, secondo la quale <non c'è lavoro in un pianeta morto>.

Se gli obiettivi sono contrastare i cambiamenti climatici, perseguire la sicurezza energetica, aumentare la produttività delle imprese riducendo i costi delle materie, tutelare l'ambiente e la salute, ma anche cogliere tutti i vantaggi competitivi del cambiamento e sviluppare un settore industriale nazionale che offra prospettive di crescita economica e occupazionale, allora per la Cgil, conclude Barbi, <è fondamentale che in Italia ci sia un'accelerazione della transizione energetica verso un modello basato su efficienza, fonti rinnovabili e lo sviluppo dell'economia circolare>.


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