Data: 23/04/2014
Aree interne, servizi a rischio se non si riorganizza il territorio
L'allarme dei sindacati regionali dopo lo scioglimento delle Comunità montane
Come e da chi verranno gestiti i servizi nelle aree interne senza Comunità montane? A chi si rivolgeranno i residenti di queste zone? E soprattutto: ha in mente, la Regione Abruzzo, una qualche forma di riorganizzazione delle prestazioni sul territorio? Sono le domande che Cgil, Spi e Funzione pubblica regionali pongono alla giunta e alla maggioranza del presidente Chiodi in una nota che riportiamo integralmente.
<La Regione - scrivono le segreterie abruzzesi - approvando la legge regionale n.1 del 2013 che scioglieva le Comunità Montane ha prodotto l'ennesima norma che interviene sul funzionamento delle amministrazioni locali senza avere una visione d'insieme delle attività e dei servizi che esse svolgevano per i cittadini. Il semplice commissariamento delle Comunità Montane per la loro "liquidazione", in assenza di indirizzi coerenti della Regione, si rivela privo di efficacia amministrativa e rischia di interrompere i servizi sociali essenziali ai cittadini, quelli finora erogati dalle ex Comunità Montane. Per ora l'unico risultato prodotto dalla giunta regionale è proprio questo: un impoverimento delle piccole comunità di cittadini che abitano la montagna, nei centri già molto fragili a causa della dimensione demografica, della collocazione geografica, del progressivo invecchiamento della popolazione. |
|||||||||||
www.cgilabruzzomolise.it ~ organizzazione@cgilabruzzomolise.it |