Se le crisi aziendali e di area perdurano è necessario che il governo potenzi gli strumenti di sostegno, anche perché la riforma del mercato del lavoro ha ridotto la possibilità di ricorrere agli ammortizzatori tradizionali.
E' partendo da questa considerazione che Cgil, Cisl e Uil hanno recentemente firmato con Confindustria un'intesa nella quale sottopongono al governo nazionale le loro considerazioni e le loro proposte sulle politiche del lavoro, in particolare la gestione delle crisi, nell'ottica di governare i processi di transizione industriale finalizzati alla ripresa e alla tenuta occupazionale. L'accordo, spiegano le segreterie sindacali, è il frutto del confronto avviato da alcune settimane con Confindustria, un confronto che proseguirà anche su altri temi.
Così, detto che gli strumenti di sostegno vanno potenziati a fronte di crisi aziendali e di area che non rientrano, e di una riforma del mercato del lavoro che ha ridotto il ricorso ai tradizionali ammortizzatori sociali, è necessario che il governo completi e dispieghi altre politiche attive del lavoro, in rapporto alle quali ridefinire le funzioni delle stesse politiche passive nei processi di crisi e riorganizzazione industriale. Temi delicatissimi e proposte chiare sui quali si è chiesto all'esecutivo un sollecito confronto.
Al tempo stesso si è voluto rilanciare la funzione delle parti sociali (attraverso il ruolo contrattuale) nel governo delle crisi, per favorire la crescita e lo sviluppo dell'occupazione. Infatti le misure proposte prevedono in tutti i casi l'intesa sindacale sui programmi di gestione delle crisi e di ricollocazione occupazionale.
P.S. In allegato il testo dell'intesa tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria