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Data: 13/12/2015

Banche, accuse e polemiche non risparmiano l’Abruzzo

Banche, accuse e polemiche non risparmiano l’Abruzzo
La Fisac sulla vicenda dei quattro istituti di credito e la Carichieti

<Per quanto ci riguarda sia ben chiaro che tuteleremo i lavoratori in tutte le sedi, non sarà consentito che su di loro vengano scaricate responsabilità altrui>.
Così Agostino Megale, segretario generale della Fisac-Cgil, ci ricorda l'altra categoria, i lavoratori "normali", colpita insieme ai risparmiatori "normali" dallo scandalo dei prestiti in sofferenza che nelle ultime settimane ha travolto i quattro istituti interessati dal cosiddetto "decreto Salva Banche" (Cassa di risparmio di Chieti, Cassa di risparmio di Ferrara, Banca popolare dell'Etruria e Banca Marche) e direttamente anche l'Abruzzo, dove la Cassa di risparmio teatina era rimasta l'ultimo baluardo di quella indipendenza bancaria che ha svolto un ruolo di primo piano negli anni in cui questa regione cresceva, prima che le crisi gestionali, le ingerenze e i debiti costringessero alla resa le banche abruzzesi, finite nell'orbita di istituti di credito lontani dai nostri confini.
D'altra parte la sola Carichieti, la cui vicenda come le altre è ancora lontana dal giungere a una definizione, mette in campo numeri piuttosto consistenti, come spiega Francesco Trivelli, il segretario generale della Fisac Abruzzo, e cioè prestiti "ammalorati" per decine di milioni di euro, in un istituto di credito con 580 dipendenti, 60 sportelli in cinque regioni (la maggioranza in Abruzzo ovviamente, ma anche Lazio, Marche, Umbria e Lombardia), con centinaia di migliaia di clienti in una provincia tra le più industrializzate d'Italia.
E allora la Fisac prima sollecita uno stop <al vergognoso scaricabarile sui lavoratori>, poi la tutela delle fasce più deboli dei risparmiatori, e quindi chiede provvedimenti di carattere strutturale e tecnico. Per parte sua Francesco Trivelli auspica anche in Abruzzo l'apertura di un'inchiesta da parte della magistratura, così com'è successo negli altri istituti, per chiarire con esattezza ciò che è accaduto negli ultimi anni.
Il sindacato inoltre, in attesa che il governo definisca un intervento in merito alla vicenda delle obbligazioni subordinate che hanno dato il via allo scandalo, afferma <che se si vogliono adottare misure di sostegno alla povertà è necessaria una clausola sociale volta a tutelare i risparmiatori più disagiati, altrimenti le altre misure sinora proposte dal governo, pure utili, da sole non basteranno>.

Infine <le nuove quattro banche solide, ben patrimonializzate e in grado di soddisfare imprese e famiglie, dovranno essere in grado di svolgere una funzione indispensabile ai territori e alle comunità. E tuttavia il presidente e gli amministratori dovranno velocemente recuperare il gap e ripristinare con atti concreti rapporti e relazioni con i depositanti, la clientela e i risparmiatori. Chi in questi giorni, a partire da populisti come Salvini, cavalcando l'ira dei risparmiatori tenta di coinvolgere i lavoratori nelle responsabilità di chi ha male amministrato in passato, cerca capri espiatori fra chi non ha responsabilità. Dimenticando quelle dei manager che hanno portato al disastro le banche. Per quanto ci riguarda sia ben chiaro che tuteleremo i lavoratori in tutte le sedi e non sarà consentito che su di loro vengano scaricate le responsabilità di altri>.


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