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Data: 22/06/2013

Camusso: non c’è più tempo, bisogna cambiare passo

Camusso: non c’è più tempo, bisogna cambiare passo
L’intervento dal palco di piazza San Giovanni

<Abbiamo chiesto di venire in piazza a sostegno della nostra piattaforma. Essere qui vuol dire stare dalla parte giusta, con quelli che vogliono che si facciano le cose. Non basta parlare di lavoro: bisogna dare risposte, occorre cambiare passo... Ogni giorno c'è una preoccupazione in più, ogni giorno c'è un disoccupato in più, un ragazzo che fa la valigia e lascia l'Italia>. Sono le parole di Susanna Camusso oggi a piazza San Giovanni, nell'intervento che ha concluso la manifestazione nazionale e che è stato ripreso da Rassegna.it. <Abbiamo indicato le emergenze - prosegue - ora però vorremmo capire dal governo: perché non si firmano i decreti sulla cassa integrazione, perché non arrivano risorse?>.

Poi un'altra domanda, rivolta al ministro del Lavoro. <Ha detto che degli esodati si discuterà a settembre, speriamo di aver capito male. La parola esodati non l'abbiamo inventata noi: si parla di donne, lavoratori in mobilità, contributori volontari. Il governo non può inventare nuove lotterie, deve sancire il diritto e la norma: un patto si rispetta... Subito dopo vogliamo discutere di pensioni, perché questo sistema non va bene, non guarda a com'è fatto il lavoro. Nella riforma ci sono troppe ingiustizie>.

<Il governo non ci pensi neanche ad aumentare i ticket nel 2014 - continua - Già ora ci sono persone che non riescono più a curarsi... Troppe cose non vanno. Una per tutte: è insopportabile che si taglino gli appalti per le pulizie nelle scuole. Se la prendono ancora con i più deboli. Vogliamo dire al governo che vigileremo, che si parla di semplificazione e poi si interviene sulla sicurezza sul lavoro, gli appalti, i codici antimafia. Così non va bene>. Susanna Camusso insiste: <Spesso se la prendono con i lavoratori del pubblico impiego. Il blocco dei contratti è sempre sbagliato perché penalizza i lavoratori e li impoverisce: è una scelta che non ha dato un servizio in più a questo paese, ha solo aumentato le diseguaglianze tra i cittadini. Vogliamo la riforma della pubblica amministrazione perché quei lavoratori possano lavorare bene. Ci vuole la contrattazione, bisogna decidere come si organizzano il lavoro e i servizi nei confronti delle persone>.

Al governo diciamo anche <che non ne possiamo più di sentire ogni giorno un annuncio, e poi che non ci sono le risorse. Si costruiscono illusioni sbagliate e si perde tempo. Se il paese ha poche risorse bisogna decidere dove si prendono e a chi vanno. Non si può togliere l'Imu a chi ha tante case e palazzi, inoltre è giusto che si paghino le tasse sulle rendite finanziarie. Bisogna liberare risorse per i lavoratori dipendenti e i pensionati. Se si toglie una tassa a un ricco non cambia nulla, se si danno risorse ai lavoratori riparte l'economia. E' di questo che abbiamo bisogno>.

Una stoccata è rivolta anche agli industriali. <Più volte ci siamo sentiti dire che siamo sulla stessa barca - afferma la segretaria - allora perché Confindustria non dice alla Indesit di ritirare il piano di ristrutturazione? Indesit non è un'azienda in crisi, vuole utilizzare gli utili per investire in Turchia e Polonia. Se è così non siamo sulla stessa barca, perché da quella barca si buttano a mare i lavoratori. Eppoi è giusto partire dai giovani, ma per cambiare bisogna costruire i cantieri, creare posti di lavoro, riaprire le fabbriche. C'è una grande parte del paese che noi rappresentiamo, quella che il paese lo vuole salvare. Ci rivolgiamo a tutti costoro per assumere un principio comune: quando siamo in difficoltà bisogna guardare a chi ha meno, ridistribuire il reddito a suo favore. Il ministero dello Sviluppo non può accumulare vertenze senza dare nessuna risposta. Reddito equo e lavoro sono le condizioni per ripartire. Il futuro si ricostruisce oggi. Il lavoro deve avere la sua centralità: è dignità, condizione positiva, progetto e libertà delle persone. Lavoro è democrazia - conclude la Camusso - Se si rinuncia al lavoro la democrazia è a rischio. Per il lavoro bisogna fare scelte precise e coraggiose, bisogna decidere ora, non tra qualche mese. Questa è la prima manifestazione, continueremo: questo paese lo vogliamo salvare>.


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