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Data: 12/11/2013

Cassa integrazione: i soldi non bastano ma ogni lavoratore ha già perso 6600 euro

Cassa integrazione: i soldi non bastano ma ogni lavoratore ha già perso 6600 euro
I numeri drammatici dell’Abruzzo: in dieci mesi autorizzate oltre 30 milioni di ore

Le ore di cassa integrazione autorizzate in Abruzzo dall'Inps, tra gennaio e ottobre 2013, sono state 30.238.174, oltre tre milioni in più (3.792.717) di quelle registrate nello stesso periodo dell'anno scorso.

A diffondere questi numeri drammatici è Sandro Giovarruscio, della segreteria regionale della Cgil, il quale si sofferma su quanto accade nei territori di questa regione, sui numeri della crisi che spazza le quattro province. Chieti è quella dove le ore autorizzate sono state di più (11.241.586), seguita da Teramo (8.243.849), L'Aquila (7.288.003) e Pescara (3.464.736 ore). E tuttavia quello regionale è <un dato complessivo fortemente sottostimato - spiega - in quanto le autorizzazioni ai pagamenti della cassa integrazione in deroga sono notevolmente in ritardo per mancanza di risorse>.

Un ritardo che pesa sulla vita di tantissime famiglie: soltanto in Abruzzo i lavoratori che nei primi dieci mesi dell'anno sono stati interessati dalla cassa integrazione raggiungono mediamente il numero di 17.338 (posizioni di lavoro a zero ore), di cui circa 5.000 in cassa integrazione in deroga. Come non bastasse, costoro continuano a vedersi asciugare il salario, al punto che ogni lavoratore in cassa integrazione a zero ore quest'anno ha già perso 6.600 euro. Una mannaia che in Abruzzo ha già fatto scendere il monte salari di 114 milioni di euro.

Di qui un nuovo appello a rifinanziare la cassa integrazione e la mobilità in deroga, giacché le risorse stanziate dal governo a favore dell'Abruzzo (circa 70 milioni, finora) non soltanto non saranno sufficienti per le necessità future, ma non bastano neppure a coprire tutto il 2013 (servono minimo altri 35 milioni) con il rischio che tantissimi lavoratori rimarranno senza reddito e senza lavoro.

Sono le ragioni alla base del presidio che il 19 novembre Cgil Cisl e Uil nazionali hanno promosso davanti al ministero dello Sviluppo economico, ma anche dell'appello che la Cgil abruzzese ha inviato al presidente della giunta regionale, ai parlamentari eletti in questa regione e a tutte le istituzioni perché prendano coscienza della situazione e sollecitino il governo a trovare le risorse. D'altra parte anche Sandro Giovarruscio non dimentica di ricordare che <la situazione è diventata davvero insostenibile>.


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