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Data: 16/03/2017

Chieti, il nuovo ospedale va fatto ma il project financing è uno strumento sbagliato

Chieti, il nuovo ospedale va fatto ma il project financing è uno strumento sbagliato
La Cgil regionale: si rischia di far lievitare i costi e vincolare per anni le risorse pubbliche della sanità

<La Cgil Abruzzo è assolutamente contraria al project financing presentato per la realizzazione del nuovo ospedale di Chieti>.
Inizia con queste parole la nota firmata da Carmine Ranieri che rende pubblica e ufficiale la posizione della Cgil abruzzese circa la scelta del project financing, sostenuta dalla giunta regionale, per costruire il nuovo ospedale di Chieti. Un ospedale che la Cgil ritiene necessario e che va realizzato, chiarisce subito il segretario regionale, e tuttavia <lo strumento utilizzato non è quello giusto>.

Non lo è perché altrove ha dimostrato di non funzionare, perché <già nelle regioni dove la tecnica del project financing è stata più utilizzata per la costruzione di nuovi ospedali si è registrato un disastro dei conti pubblici, con la realizzazione di opere che sono costate molto più del previsto, un fenomeno rilevato anche dalla Corte dei Conti>.
Questa tecnica finanziaria dunque <assume un profilo che ci lascia molte perplessità>. La Cgil d'altra parte, riferendosi allo specifico abruzzese, ricorda anche <la decisione della Regione di avocare a sé la competenza sul progetto>, una decisione che suscita perplessità <innanzitutto perché dalle notizie assunte la Asl avrebbe già diverse volte evidenziato criticità importanti del progetto>.
Alla luce di ciò, la Cgil Abruzzo <si domanda quindi perché cambiare la commissione tecnica dopo che ha già iniziato a esaminare il progetto... anche perché le commissioni tecniche servono proprio per verificare se un progetto è conforme alle norme vigenti, e se con esso si persegue l'interesse pubblico>.
Per Carmine Ranieri dunque <la procedura lascia aperte molte domande e i dubbi sono tanti: dal rischio di impresa che sarebbe scaricato sul committente pubblico, ai costi di gestione dei servizi da parte del privato notevolmente superiori a quelli attuali>. Interrogativi non nuovi comunque, che da giorni rimbalzano sugli organi d'informazione abruzzesi e alimentano la polemica politica.
Il rischio che questa regione corre, conclude Carmine Ranieri, se si continua a insistere con un progetto che fa acqua, è continuare a perdere tempo prezioso. Con il pericolo che l'operazione potrebbe sottrarre risorse alla spesa pubblica, per i prossimi decenni, in un tempo in cui le risorse a disposizione sono sempre più scarse.


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