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Data: 14/02/2018

Congelati troppi fondi pubblici: una spinta alla ripresa può venire dai cantieri edili

Congelati troppi fondi pubblici: una spinta alla ripresa può venire dai cantieri edili
In Abruzzo progetti per 2,5 miliardi, i sindacati delle costruzioni sollecitano la Regione

La giunta regionale e il presidente D'Alfonso hanno dichiarato a più riprese che fra Masteplan e fondi europei l'Abruzzo dispone di 2 miliardi e mezzo di euro. Una cifra considerevole, che se spesa e tradotta in cantieri aiuterebbe l'Abruzzo ad uscire dalla crisi, dando risposte e opportunità a una parte dei 50mila inoccupati. Dunque l'Abruzzo nei prossimi anni avrà un'alta concentrazione di lavoro edile: ricostruzione post sisma 2009, ricostruzione post sisma 2016-17, Masterplan, infrastrutturazione ferroviaria, nuovi ospedali, messa a norma degli edifici scolastici, piano periferie e interventi di riqualificazione urbana, tutela dei beni culturali, recupero dei borghi, ecc.

E' con queste considerazioni che Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil regionali, le organizzazioni sindacali dell'edilizia, aprono la nota con la quale hanno ricordato al governatore dell'Abruzzo (già alla vigilia della manifestazione regionale di Lanciano) che il comparto abruzzese delle costruzioni non può più attendere, che negli ultimi anni si sono perse centinaia di aziende e migliaia di posti di lavoro, che va accelerata la realizzazione delle opere dando una spinta alla ripresa e al lavoro.
D'altra parte - ricordano Fillea, Filca e Feneal - fu lo stesso presidente della giunta regionale ad impegnarsi <per riconoscere il ruolo delle forze sociali, in particolare del sindacato, sia nella stipula delle Linee Guida per la ricostruzione post sisma, sia attraverso un tavolo di verifica della cantierizzazione dei 77 progetti del Masterplan, a favore della stipula del protocollo sulle notifiche preliminari e nel dare seguito in via sperimentale, in Abruzzo, "all'avviso comune" firmato dalle parti sociali del settore edile sulla Patente a punti (all'interno dell'articolo 27, comma 1, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81) e sulla regolarità degli appalti e subappalti, attraverso un DURC che misuri la congruità tra la relativa denuncia dei lavoratori e delle ore lavorate per cantiere e l'importo dell'opera, sia essa pubblica o privata>.
Questi gli impegni, ai quali però vanno date concretezza e gambe. D'altra parte negare il ruolo del sindacato delle costruzioni e non intervenire sui fattori di crisi del settore, con le pesanti ripercussioni sull'occupazione, significa minare la funzione strategica e di traino del Pil che l'edilizia ha sempre avuto anche in questa regione.

Fillea, Filca e Feneal proseguono quindi parlando delle ricostruzioni post-terremoti. Quella del sisma 2009 procede in modo disomogeneo (bene L'Aquila, male il resto dell'Abruzzo) ma l'esperienza accumulata in questi anni non dovrebbe essere dispersa ed anzi potrebbe servire per la ricostruzione dei terremoti avvenuti tra il 2016 e il 2017. Anche <perché la ricostruzione del terremoto del Centro Italia è tutta da fare, le casette di alcuni comuni ancora non sono messe a gara e le macerie sono ancora lì>.

Altro tema rilevante è la manutenzione del territorio, anche al fine di evitare catastrofi naturali come la tragedia di Rigopiano (29 vittime), grazie a misure per il contenimento del consumo del suolo e a strumenti urbanistici in grado di riqualificare le città.
Obiettivi importanti dunque, rispetto ai quali <si sente il bisogno di una Regione più efficiente ed efficace, poiché soffre di troppo lassismo e di inutile burocrazia mentre si dovrebbe garantire la "qualità del costruire" senza ripercorrere gli errori del dopoguerra, di quel "costruire tanto e male" che a distanza di settant'anni mostra tutti i segni del tempo...>.
Dunque per rilanciare il settore edile e per compensare il crollo nei lavori privati non basta annunciare flussi di investimenti pubblici ma occorre aprire i cantieri. A questo proposito i sindacati ricordano che <la riforma del codice degli appalti prescrive alcune rivoluzioni, come ad esempio la separazione tra progettazione ed esecuzione dei lavori: la gara deve essere la regola, mentre la procedura negoziata deve rappresentare l'eccezione. Questa nuova, semplice innovazione di affidare il progetto definitivo in capo al committente - osservano Fillea, Filca e Feneal abruzzesi - ha trovato impreparati i Comuni, tanto che i bandi degli enti locali sono crollati del 36,6%. Gli enti locali infatti, deboli e fiaccati dal blocco del turnover e dalla riduzione dei contributi statali, non sono in condizione di realizzare i progetti esecutivi, vanificando così quell'idea di utilizzare il settore delle costruzioni per realizzare gli interventi anticiclici di cui l'Abruzzo ha bisogno. Intanto le nostre forze migliori, come i giovani laureati, stanno andando via per trovare lavoro altrove>.
Di qui una proposta conclusiva: la riduzione del numero delle stazioni appaltanti in Abruzzo. <La nostra richiesta - affermano Fillea, Filca e Feneal regionali - è di farne una unica o poche ma qualificate, alle quali affidare i compiti di progettazione esecutiva e realizzazione dei bandi di gara di tutti i lavori pubblici della regione>.


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