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Data: 26/02/2018

Cooperative sociali, l’impegno dei lavoratori e i fondi che non arrivano

Cooperative sociali, l’impegno dei lavoratori e i fondi che non arrivano
La denuncia della Funzione pubblica: alla Regione mancano 9 milioni, il disagio delle zone interne

"A tutt'oggi parte dei fondi che la Regione Abruzzo deve corrispondere alle Comunità Montane per garantire i servizi attraverso le cooperative sociali ancora non vengono erogati. Ormai dal mese di settembre 2016 è stata approvata una 'risoluzione sulla situazione degli Enti d'Ambito e delle Cooperative Sociali', discussa nell'ambito del tavolo tecnico presso la Regione Abruzzo a seguito delle continue sollecitazioni della scrivente organizzazione sindacale, volta alla risoluzione del problema del mancato trasferimento dei fondi alle cooperative sociali abruzzesi. Va purtroppo preso atto che nonostante gli impegni assunti da parte della Regione Abruzzo i fondi non sono più stati erogati".
E' stata la Fp-Cgil dell'Aquila, alcuni giorni or sono, a denunciare "i forti disagi e gli enormi problemi per le lavoratrici e i lavoratori delle cooperative sociali che svolgono i servizi di assistenza, i quali in molti casi attendono il saldo degli stipendi arretrati da circa 5-6 mesi". Disagi causati appunto dal mancato trasferimento dei fondi alle cooperative sociali abruzzesi, iniziato con i tagli operati dal governo Monti agli Enti d'Ambito Sociale preposti al trasferimento dei fondi alle cooperative sociali, il cui impegno è continuato nonostante le sforbiciate al fine di dare continuità ai servizi.

L'allarme, lanciato da una provincia interamente montana e dunque penalizzata dalla conformazione del territorio, interessa però anche le altre province abruzzesi, dove sempre più spesso i lavoratori delle cooperative sociali devono fare i conti con salari che non arrivano, con la riduzione del numero delle ore lavorative, con la minaccia di perdere l'occupazione. E dove la stessa Regione Abruzzo, che sconta il taglio dei finanziamenti governativi, deve ancora erogare agli enti d'ambito, relativamente alle annualità 2011-2013, circa 9 milioni di euro.
E allora succede - continua la Fp-Cgil - che la carenza dei fondi "ha lasciato le cooperative stesse, ma soprattutto le lavoratrici e i lavoratori, in uno stato di forte sofferenza per il mancato pagamento degli stipendi che va avanti da mesi. In tale situazione continuano ad essere penalizzati i lavoratori addetti all'assistenza sociale, che nonostante tutto hanno assicurato con costanza, grande senso di responsabilità ed enormi sacrifici la continuità dei servizi definiti nel piano, anticipando le spese necessarie per gli spostamenti". Tragitti in direzione del lavoro che nonostante tutto "i lavoratori affrontano al fine di non penalizzare gli utenti finali, che hanno il diritto di vedersi garantita una prestazione essenziale per la cura e la salvaguardia della vita, soprattutto in quelle aree interne e montane dove una parte di abruzzesi vuole continuare a vivere. Tanti sono i disagi legati a tale scelta - sostiene la nota - solo parzialmente alleviati dai servizi prestati dai lavoratori che continuano a garantire le attività assistenziali con lo scopo, non ultimo, di rallentare una condizione di inesorabile spopolamento".
Fatto è che in un recente incontro in Regione "è emerso che non vi è certezza in merito al finanziamento del Fondo per le Politiche Sociali in programmazione per il 2018, il che potrebbe generare un rallentamento dell'avvio delle procedure di gara per l'erogazione del servizio, con conseguenti problematiche in capo alle amministrazioni locali, agli enti d'ambito, alle cooperative, ai lavoratori e quindi agli utenti".
Ciò premesso, la Fp-Cgil ritiene "doveroso intervenire immediatamente in ogni sede istituzionale affinché la Regione Abruzzo stanzi in tempi brevissimi le risorse necessarie a coprire i servizi già svolti in questi anni, e contestualmente si adoperi a trovate le risorse necessarie per il mantenimento futuro dei servizi stessi. E' impensabile infatti che le cooperative sociali che svolgono tali attività attendano la liquidazione delle fatture emesse addirittura dal 2012 in poi, e che in carenza di fondi certi per il futuro gli Enti d'ambito non saranno nemmeno in grado di avviare le nuove procedure di gara. Ad oggi, infatti, tutti i servizi sono in proroga senza che sia stato imposto l'adeguamento del costo orario dei lavoratori al vigente contratto collettivo nazione di settore, con la conseguenza che o tale adeguamento non viene applicato (a discapito dei lavoratori) o, se applicato, la cooperativa non si vedrà corrisposta la giusta tariffa oraria".
Detto che è la politica a doversi far carico di garantire continuità e qualità dei servizi erogati affinché si possa realmente parlare di interventi a sostegno, per la Fp-Cgil è necessario "partire da una seria verifica della rete esistente, per regolarizzare le prestazioni già erogate e verificare il reale fabbisogno assistenziale da rivolgere alla popolazione".
Il problema dunque va affrontato alla radice nell'intera regione, con il sovrappiù per le aree interne di un territorio montano con un elevato numero di comuni e una bassissima densità abitativa. D'altra parte "tali difficili condizioni non possono gravare sui lavoratori. Alle tante operatrici e ai tanti operatori che in tutto l'Abruzzo svolgono quotidianamente un servizio essenziale bisogna infatti garantire retribuzioni regolari e condizioni di lavoro stabile e di qualità".


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