E' partito da un consuntivo dello scorso anno, quando per le imprese manifatturiere abruzzesi si è registrato un "andamento congiunturale parzialmente incoraggiante in quanto è rallentata la flessione delle imprese attive e le esportazioni hanno mostrato risultati positivi", l'ultimo rapporto del Cresa - il centro studi delle Camere di commercio abruzzesi - sulla situazione dell'economia e del lavoro in questa regione. La fotografia di un territorio dove l'occupazione femminile è inferiore alla media nazionale, dove il sistema delle imprese è riuscito a contenere i danni ma dove - aggiungiamo - il parziale recupero dei posti di lavoro ancora non riesce a compensare quelli perduti dall'inizio della crisi nel 2008, e soprattutto dove l'80% dei nuovi lavori è precario, insicuro, a termine o a tempo parziale involontario, imposto e non scelto.
Per tornare al sistema delle aziende abruzzesi, si diceva che l'ultimo consuntivo è stato meno scuro che negli anni recenti. Negli ultimi mesi la situazione è migliorata e sono aumentate le nuove imprese iscritte alle Camere di commercio, che hanno parzialmente coperto i buchi lasciati da quelle che si sono cancellate in tutte le province e in molti comparti. Una situazione negativa seguita però da qualche luce, in particolare dal recupero di alcuni settori produttivi, soprattutto legno, elettromeccanica ed elettronica, mezzi di trasporto e chimico-farmaceutico (fa eccezione il comparto alimentare).
Il Cresa inoltre, detto che il trend delle esportazioni sembra migliorare, si sofferma su due aspetti di questa regione: il lavoro femminile e quello cooperativo. In particolare le donne abruzzesi che entrano nel mercato del lavoro hanno un livello di istruzione più alto rispetto alle italiane (64,8 abruzzesi su 100 tra 25 e 64 anni hanno un titolo di studio secondario superiore, rispetto a 61,7 italiane) ma questo non impedisce che nella nostra regione molti dati siano ancora negativi: tasso di occupazione (in Abruzzo lavorano 44,6 donne rispetto a 48,1 italiane tra 15 e 64 anni), disoccupazione più alta (15,2 abruzzesi su 100 cercano lavoro rispetto a 12,8 italiane), una presenza più bassa di donne lavoratrici con figli, un fenomeno che da combattere potenziando e migliorando i servizi sociali e scolastici.
E neppure va dimenticato che in Abruzzo la qualità del lavoro femminile è peggiore che in altre regioni: la stabilizzazione delle precarie è inferiore (su 100 occupate "instabili", dopo un anno in Italia ne sono stabilizzate 18,7: in Abruzzo soltanto 6,3), le precarie permanenti sono più numerose (21,1 italiane su 100 hanno iniziato il lavoro attuale da almeno cinque anni, in Abruzzo invece sono 23,9), più diffuso è anche il part-time involontario (21,6 abruzzesi su 100 rispetto a 19,4 italiane), nella nostra regione inoltre si utilizza poco l'istruzione e lo studio (29,2 abruzzesi su 100 possiedono un titolo di studio superiore a quello necessario per svolgere le mansioni assegnate, rispetto a 25,2 italiane) ed è anche pesante il divario retributivo (posto 100 la retribuzione maschile, in Abruzzo le donne percepiscono il 37,3% in meno rispetto al 31,4% in meno delle italiane).
La ricerca del Cresa indaga anche il sistema cooperativo abruzzese. Alla fine dell'anno scorso in regione erano attive 1.612 coop (il 2% del totale nazionale del settore, l'1,3% delle imprese abruzzesi) molte delle quali società cooperative (74,3%) e meno società cooperative a responsabilità limitata (16,1%) o cooperative sociali (7,6%). Le cooperative - più numerose nelle province di Chieti (519, il 32,2% del totale regionale) e L'Aquila (455, il 28,2%), meno a Teramo (324) e Pescara (314) - operano principalmente nel comparto sanitario e dell'assistenza sociale (235), nel noleggio e agenzie di viaggio (229), in agricoltura (188) e nell'edilizia (181).
Se poi si guarda alla varie province si nota che all'Aquila sono numerose le cooperative agricole ed edili, a Teramo quelle di noleggio, le agenzie di viaggio e quelle di sanità-assistenza sociale, a Pescara vanno meglio i servizi e a Chieti le attività manifatturiere, di trasporto e magazzinaggio. Inoltre le 469 cooperative femminili abruzzesi (il 29,1% del sistema cooperativo regionale, meglio del 23,8% nazionale) si localizzano a Chieti (149), L'Aquila (132) e Teramo (100).
Tra il 2009 e l'anno scorso infine le cooperative che operano in questa regione sono lievemente diminuite (-1,2% rispetto al +1,9% italiano), con un calo che ha riguardato tutte le province (Pescara -8,2%, Teramo -5,3%, Chieti -1,5%) ad eccezione dell'Aquila (+8,1%).