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Data: 06/10/2014

Edilizia pubblica da rilanciare: la Regione faccia di più

Edilizia pubblica da rilanciare: la Regione faccia di più
Apprezzabile l'idea di allargare il concetto di social housing, ma le Ater devono restare enti pubblici economici

Cgil Cisl e Uil Abruzzo apprezzano la volontà di regolare la complessa condizione dell'edilizia residenziale sociale e pubblica nella nostra regione affrontando le questioni del disagio abitativo che oggi coinvolgono fasce più ampie della popolazione e si pongono oltre i limiti di reddito bassissimi fissati per l'accesso, generando un'ampia esclusione sociale.
Cgil Cisl e Uil ritengono che occorra un piano attento, accuratamente basato sulla ricognizione dell'esistente, poggiato sui dati economici delle cinque ATER e accompagnato da una programmazione pluriennale che rilanci le azioni di settore.
Infatti se già i dati nazionali evidenziano un calo del reddito familiare e una crescita della povertà, un'analisi Istat pone l'Abruzzo come ultima delle regioni per perdita di occupazione e di reddito. Non possiamo quindi che apprezzare l'idea di allargare il concetto di social housing, adeguandolo alle persone più duramente colpite dalla crisi, ma occorre concretizzare l'idea con un piano di edilizia residenziale pubblica, pluriennale, prudentemente tarato sulle condizioni del patrimonio esistente, che ponga anche ricadute positive in termini di occupazione nell'edilizia, settore duramente colpito dalla crisi.
Per Cgil, Cisl e Uil nell'attuale, preoccupante condizione sociale ed economica della Regione, l'obiettivo è investire nella politica residenziale pubblica rendendola capace di orientare e attrarre gli investimenti del settore e dell'indotto, approfittando della struttura della programmazione 2014-20, nella sua ripartizione tra città e aree interne. Infatti investimenti mirati nel segmento dell'edilizia residenziale pubblica possono rendere appetibili ulteriori interventi di riqualificazione urbana, dell'abitare complessivamente inteso, e indirizzare anche i privati negli investimenti che oggi definiscono le "smart city".
In sostanza l'edilizia sociale non sostituisce, ma integra, l'edilizia residenziale pubblica, e deve configurasi con un'articolazione variegata, destinata anche ai potenziali beneficiari al limite dell'accesso al mercato libero, ampliando i "caratteri sociali" degli interventi. Riorganizzare e razionalizzare le ATER d'Abruzzo è un obiettivo condiviso, ma per le finalità su cui esse operano è assolutamente necessario mantenere l'attuale forma giuridica di ente pubblico economico (approfondendo anche la forma di azienda speciale) per le agevolazioni fiscali di cui esse godono e per lo scopo sociale che la Regione intende affrontare.
Non da ultimo infine occorre pensare al ruolo di vicinanza con il territorio e con i Comuni che le ATER oggi svolgono attraverso i propri dipendenti, le cui competenze e professionalità vanno conservate, valorizzate o rafforzate, per la loro specifica "mission" pubblica, sottolineando che ogni azione nei loro confronti è oggetto di confronto sindacale.
A partire da queste riflessioni Cgil, Cisl e Uil Abruzzo chiedono l'apertura di un confronto serrato sul tema, per costruire una legge regionale condivisa e lungimirante. Sottolineano infine la necessità di una verifica e rinnovo delle presenze di rappresentanza sindacale nei diversi organismi che operano nei settori di sua competenza.

 

Gianni Di Cesare, segretario generale Cgil Abruzzo      Maurizio Spina, segretario generale Cisl Abruzzo      Roberto Campo, segretario generale Uil Abruzzo


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