Data: 07/11/2017
Emigrazione (2): l’Abruzzo, chi è partito e i nuovi residenti
La storia di una regione di migranti e i numeri dei diversi territori
I numeri del Rapporto Migrantes raccontano una situazione seria, il timore per il futuro e una ricerca di opportunità che prende anche la strada dell'estero. Se l'abbandono di tanti residenti non si trasforma ancora in emorragia, lo si deve all'arrivo di immigrati da altri paesi (che secondo l'Istat nel 2016 sono stati in Abruzzo 6.768) e da coloro che vengono da altre regioni italiane, riducendo di molto il saldo passivo registrato - sia pure in modo differente - dalle quattro province abruzzesi. La ricerca inoltre ci dice che negli ultimi anni il tasso di espatri dall'Abruzzo è stato inferiore alla media nazionale, ci ricorda però che la nostra è terra di emigranti, che i flussi migratori più imponenti sono partiti verso la fine del XIX secolo, quando l'arretratezza delle campagne, la concorrenza del grano prodotto oltreoceano e la fiscalità imposta dal giovane Regno d'Italia gonfiarono i flussi in uscita fino ai primi anni del Novecento (la grande emigrazione tra il 1869 e il 1931), uno sciame che riprese vigore negli anni Cinquanta e che dal decennio successivo si diresse anche verso le regioni del Nord, la cui crescita industriale fu sostenuta da un'intensa migrazione interna a cui gli abruzzesi parteciparono massicciamente (senza dimenticare l'inurbamento di Roma, ancora oggi la più grande città "abruzzese"). Quanto accade oggi non è paragonabile con quanto è accaduto in altre epoche, e neppure lo è la situazione socio-economica di una regione che nel frattempo è cresciuta molto. Preoccupa invece il fatto che ad emigrare sono soprattutto i giovani, dunque che la popolazione abruzzese tende a invecchiare. A partire dal 2002, ci ricorda l'Istat, in questa regione si registra ininterrottamente un bilancio demografico negativo, cioè le morti superano le nascite. Nel 2015 in particolare il saldo negativo è stato di 5.127 persone, nel 2016 di 4.472. Gli abruzzesi quindi, che nel 2014 erano 1.331.574, l'anno scorso sono scesi a 1.322.247. E quel che è peggio è il fatto che soprattutto nelle aree interne e montane i residenti sono sempre più anziani (e fortunatamente più longevi), un fenomeno che certo si riflette sulla spesa pensionistica, sociale e sanitaria. Così, ricordato che tra il 1876 e il 2005 hanno lasciato la regione oltre un milione e 200mila abruzzesi (a fronte di 476.410 rimpatri), usiamo i dati forniti dalla Fondazione Migrantes, aggiornati al 1° gennaio di quest'anno, per raccontare quel che è successo nei vari territori. Detto che in Abruzzo l'incidenza degli iscritti all'Aire - l'Anagrafe degli italiani residenti all'estero - sulla popolazione si aggira intorno al 13%, vediamo che la provincia che negli ultimi anni ha perso di più è quella di Chieti, con circa 70mila partenze verso l'estero, seguita da L'Aquila (39mila iscritti all'Aire), Teramo e Pescara (entrambe con oltre 30mila iscritti). Al contrario il comune che registra il più alto numero di cittadini residenti all'estero è Pescara, anche se va precisato che circa 6mila iscritti all'Aire sono frutto delle dimensioni della città, mentre l'incidenza dell'emigrazione sul totale dei residenti è tra le più basse (5%). Più negativi invece i dati di altre località: a Orsogna per esempio il 48,3% dei cittadini ha lasciato il paese diretto all'estero, il tasso di emigrazione a Popoli tocca invece il 30,1%, a Pratola Peligna il 28,5%, a Guardiagrele il 27,8%, ad Atessa il 26,3%. Casi particolari sono rappresentati poi dai centri più piccoli, alcuni dei quali hanno più residenti all'estero che in paese: Roio del Sangro, in provincia di Chieti, conta appena 103 residenti ma 248 iscritti all'Aire, dunque un'incidenza sulla popolazione del 241,7%, che a Rosello è del 175,1%, a Borello del 161,1%, a Carapelle Calvisio del 140%, a Sant'Eufemia a Maiella del 135,1%, a Cansano del 125,9% e a Gamberale del 119,8%. Per concludere i numeri delle città abruzzesi. Detto di Pescara, nella graduatoria dei comuni con più emigrati troviamo Lanciano (4.297), Vasto (4.249), L'Aquila (3.940), Teramo (3.856) e Ortona (3.108). Combinando invece il numero di emigrati a quelli della popolazione viene fuori un'altra graduatoria, con in cima Atessa seguita da Orsogna (41,6% di incidenza), Popoli (28,6%), Pratola Peligna (25,8%), Guardiagrele (23%), Fossacesia (21%), Casalbordino (20,7%), Campli (18%), Montorio al Vomano (14,6%), Ortona (13,3%), Celano (13,2%), Lanciano (12%), Sulmona (11,9%), Vasto (11%) e Penne (10,4%). Chieti infine risulta il capoluogo con meno emigranti, con soli 2.546 iscritti all'Aire e un'incidenza del 4,9% sulla popolazione.
|