Data: 19/06/2015
Fermiamo la strage subito! L’Europa nasce o muore nel Mediterraneo
La manifestazione nazionale e il manifesto per un cambio di politiche e strategie
Per fermare la strage di migranti nel Mediterraneo la Cgil, insieme ad una cartello di associazioni, parteciperà alla manifestazione nazionale prevista sabato 20 giugno (a partire dalle ore 15) in Piazza del Colosseo a Roma. La mobilitazione, indetta nella Giornata internazionale del Rifugiato, sarà l'occasione per ribadire la necessità e l'urgenza che l'Europa costruisca una risposta di pace, di convivenza, di democrazia, di benessere sociale ed economico ispirandosi al principio di solidarietà e abbandonando l'austerità, gli accordi commerciali neoliberisti e la privatizzazione dei beni comuni. L'Europa deve investire sul lavoro dignitoso, sulla giustizia sociale, sulla democrazia e sulla sovranità dei popoli.
Pace, sicurezza, benessere sociale ed economico si raggiungono solamente se si rispettano l'universalità dei diritti umani di ogni donna e di ogni uomo. Questa drammatica situazione ha responsabilità precise: le scelte politiche e le leggi dei governi europei che non consentono nessuna via d'accesso sicura e legale nel territorio dell'Unione e costruiscono di fatto quelle barriere che provocano migliaia di morti nel Mediterraneo, nel Sahara, nei paesi di transito, nella sacca senza uscita che si è creata in Libia. Scelte coscienti e volute che configurano un crimine contro l'umanità. La risposta della UE, confermata nell'Agenda Europea sull'immigrazione, ripropone soluzioni che hanno già dimostrato di essere miopi e di produrre effetti opposti agli obiettivi dichiarati. Aumentare le risorse per avere più controlli e più mezzi per pattugliare le frontiere, anziché salvare vite umane, è sbagliato e non fermerà le persone che vogliono partire per l'Europa. I conflitti irrisolti e le guerre hanno prodotto ad oggi oltre 4 milioni di profughi palestinesi, circa 200.000 saharawi accampati nel deserto algerino, 9 milioni di siriani tra sfollati e profughi, 2 milioni di iracheni sfollati. Il flusso di uomini e donne dall'Afghanistan e dall'inferno della Libia, le persone in fuga dalla Somalia, dall'Eritrea, dal Sudan e da altri paesi africani, da anni è continuo. Dietro le storie di queste persone - oltre a povertà, malattie, dittature e guerre - ci sono interessi politici ed economici internazionali. Guerre, povertà, saccheggio delle risorse naturali, sfruttamento economico e commerciale, dittature, sono le cause all'origine delle migrazioni contemporanee. Essere liberi di muoversi, migrare, deve essere una conquista dell'umanità, non una costrizione. L'Europa deve costruire una risposta di pace, di convivenza, di democrazia, di benessere sociale ed economico, ispirandosi al principio di solidarietà e abbandonando le politiche securitarie, dell'austerità, degli accordi commerciali neoliberisti, di privatizzazione dei beni comuni. L'Europa deve investire sul lavoro dignitoso, sulla giustizia sociale, sulla democrazia e sulla sovranità dei popoli. L'Europa siamo noi. Noi dobbiamo fare l'Europa sociale solidale. Le nostre dieci priorità per uscire dall'emergenza e costruire l'Europa del futuro sono: 1 - L'Unione Europea attivi subito un programma di ricerca e salvataggio in tutta l'area del Mediterraneo.
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