Data: 28/06/2013
Gelo sulle piccole imprese: oltre 5.500 a rischio chiusura
Comitas: «Più di 16 mila abruzzesi perderanno il lavoro nei prossimi mesi»
Il vento della crisi spazza le grandi e le piccole imprese, travolgendo coloro che in quelle aziende lavorano. Sono imprese che aspettano tutte, grandi e piccole, il segno e la concretezza di politiche di sostegno e rilancio che tardano ad arrivare, mentre ogni giorno viene eroso un altro pezzo dell'apparato economico e produttivo abruzzese. Con numeri, ricerche e analisi che prendono in considerazione aspetti diversi del dramma ma che marciano tutte nella stessa direzione. L'ultimo dei tanti allarmi su quel che accade in questa regione è quello lanciato da Comitas, l'associazione delle microimprese italiane, che ha elaborato uno studio sulla crisi delle piccole attività nelle varie regioni e che senza troppi fronzoli chiarisce la situazione abruzzese: «Le piccole imprese della regione versano in condizioni critiche e in assenza di interventi mirati ben 5.500 attività rischiano di chiudere i battenti entro i prossimi sei mesi». D'altra parte se la domanda e i consumi interni sono fermi (quasi sempre sono aziende troppo piccole per poter esportare), se le tasse sono quelle che sono e se le banche hanno sigillato i rubinetti e bloccato gli investimenti, resta davvero complicato poter immaginare previsioni di altro segno. «Il calo dei consumi da parte delle famiglie (-4,3% nel 2012), il blocco dei prestiti bancari (-10% in un anno) e l'aumento della pressione fiscale hanno fortemente minato la salute delle microimprese abruzzesi, al punto che solo l'anno scorso oltre 9.300 piccole attività sono state costrette a chiudere nella regione (100mila in tutta Italia) - afferma Comitas - La situazione di crisi inoltre si è aggravata nel corso del 2013, ma il vero colpo di grazia arriverà con l'aumento dell'Iva dal 21 al 22%. I consumi dunque caleranno di un ulteriore 3% per effetto del rincaro dei prezzi e più di 5.500 microimprese abruzzesi (in Italia 50mila) chiuderanno i battenti entro il primo trimestre del 2014». Fin qui le aziende, ma i lavoratori? «Le ripercussioni sul fronte occupazionale saranno enormi, con oltre 16mila cittadini abruzzesi che perderanno il lavoro». Per concludere l'associazione fornisce anche una sua ricetta: «Occorre intervenire, e con urgenza, per salvare l'economia dell'Abruzzo, che ancora non si è ripresa dal terremoto, e le piccole imprese che vi operano. Il peggio può essere evitato solo bloccando l'aumento dell'Iva, sostenendo le imprese artigiane con sgravi fiscali e semplificazioni burocratiche e creando le condizioni per facilitare le banche a concedere credito alle aziende attraverso il potenziamento dei Confidi». |
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