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Data: 10/07/2013

I giovani e la contrattazione, lo strumento per includere e riunire

I giovani e la contrattazione, lo strumento per includere e riunire
Lavoro e precarietà, la sfida del sindacato

Per riunificare il mondo del lavoro va affermata una contrattazione inclusiva. Lo riibadisce la Cgil nazionale e in particolare Ilaria Lani, la responsabile delle politiche giovanili, che rilancia la qualità dell'azione sindacale con l'obiettivo di superare una linea difensiva sui temi della precarietà e includere dentro la contrattazione la rappresentanza di tutte le figure del mercato del lavoro.

La Cgil fa sua questa scelta strategica, lo annuncia all'assemblea nazionale dei giovani e disegna un nuovo percorso sui temi della contrattazione. Una scelta strategica dunque, adottata per <guardare con attenzione alle tante facce della precarietà e costruire innanzitutto battaglie contrattuali>, come spiega al termine della festa nazionale dei giovani del sindacato, dal titolo "Lab. Le generazioni dei 1.000 lavori si organizzano". Una scelta motivata anche dal fatto che <in questi anni abbiamo sentito parlare di mercato del lavoro duale. Una semplificazione forse, ma non c'è dubbio che il nostro mercato del lavoro è incredibilmente segmentato e diseguale>. Aspetti verso i quali la Cgil vuole mettere in campo una contrattazione inclusiva, anche perché <c'è una fetta crescente di lavoratori e lavoratrici fuori dal contratto collettivo a cui non parliamo con la nostra azione quotidiana e che conoscono solo la ricattabilità della contrattazione individuale. Un aspetto - afferma la responsabile dei giovani Cgil - che ha oggettivamente indebolito la nostra rappresentanza e la stessa contrattazione>.

D'altra parte la precarietà <non si cancella per decreto, inoltre ha modificato la struttura produttiva e di mercato di interi settori>. Dunque occorre costruire percorsi che accompagnino la regolarizzazione e la regolamentazione di questi segmenti di lavoro, e solo la contrattazione può entrare nel merito e metter mano alle dinamiche dell'organizzazione del lavoro>. Da ultimo il valore dell'inclusione: <Includere significa ricomporre, garantire parità di trattamento, estendere diritti ma anche riconoscere le differenti condizioni. Pensiamo per esempio alla domanda di tutela dei tanti professionisti che lavorano su commesse strutturalmente discontinue e che non chiedono di essere stabilizzati ma di avere diritti e un equo compenso".

Una direzione di marcia sicuramente non semplice, e tuttavia <concentrarsi prevalentemente in una posizione difensiva non paga e non ha pagato. Abbiamo bisogno di inventare nuove frontiere e nuove dimensioni della contrattazione, non per disperdere energie ma per recuperarle e modificare i rapporti di forza>. L'ingrediente per farlo <è la ricostruzione della solidarietà, quella che talvolta viene meno in questo mondo del lavoro e che non ci consente di frenare la riduzione dei diritti per i nuovi assunti>. Una strada che la Cgil ha iniziato a percorrere circa quattro anni fa con la campagna "Giovani Non+ disposti a tutto". Anche perché questa organizzazione cammina anche sulle gambe di tanti giovani quadri, il prodotto dei circa 600 mila giovani sotto i 35 anni iscritti alla Cgil: 21% del totale.


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