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Data: 06/03/2015

I numeri del lavoro: Teramo, il prezzo della crisi e una provincia che ha bisogno di ritrovare fiducia

I numeri del lavoro: Teramo, il prezzo della crisi e una provincia che ha bisogno di ritrovare fiducia
Preoccupato Alberto Di Dario, che commenta i dati Istat sul quotidiano Il Messaggero

Quella che si legge di seguito è l'intervista che Alberto Di Dario, segretario generale della Camera del lavoro di Teramo, ha rilasciato al quotidiano Il Messaggero. In questa intervista, pubblicata ieri sulle pagine locali del giornale, il sindacalista commenta con Maurizio Di Biagio, l'autore dell'articolo, i dati Istat che la Cgil Abruzzo ha diffuso in questi giorni (nella rubrica delle NEWS si possono leggere anche le tabelle sull'occupazione nelle varie province abruzzesi) circa la situazione economica di questa regione e i suoi drammatici problemi del lavoro. Quelli che Di Dario racconta guardando allo specifico della provincia dove vive.

 

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TERAMO. I dati sull'occupazione della Provincia di Teramo continuano a non far dormire sonni tranquilli al segretario provinciale della Cgil, Alberto Di Dario. «La situazione è drammatica, contrariamente a quelli che segnalavano una qualche ripresa e che scorgevano una luce in fondo al tunnel, in realtà non è così». L'ultima infornata dei dati Istat conferma che esiste ancora un caso Teramo. Dal 2008, anno di inizio crisi, fa sapere Di Dario, «abbiamo perso nove mila occupati e paghiamo un prezzo altissimo anche nel 2014 (rispetto al 2013) con un meno 4 mila, il dato peggiore dal 2008». Difatti proprio quell'anno, nel 2008, la provincia di Teramo faceva registrare 124 mila occupati, scesi a 119 mila nel 2010, con un piccolo segnale di ripresa nel 2011 (121 mila) poi ripiombati a 120 mila nel 2012, 119 mila nel 2013 e 115 mila nel 2014. «Paghiamo un prezzo altissimo, soprattutto se a questi dati si aggiungono gli 11 milioni di ore di cassa integrazione, il valore più alto in Abruzzo». L'aspetto positivo resterebbe il tasso di disoccupazione, che è all'11%, «un dato comunque non veritiero, perché Teramo ha il numero inferiore di iscritti al collocamento, cioè di persone che cercano lavoro, e siccome il tasso di disoccupazione è dato anche da questo valore, ecco che la situazione ci penalizza fortemente». STAGIONALI. Aiutano a non far crollare il dato dell'occupazione i lavori stagionali o quelli per un solo mese (che non sono conteggiati nel tasso di disoccupazione) e che «in provincia sono molto diffusi per via di una certa vivacità turistica». Secondo l'Istat da noi sono 14 mila le persone in cerca di occupazione e il tasso di occupazione (valore che quantifica l'incidenza della popolazione occupata sul totale degli italiani in età lavorativa) è del 54% (65 per le donne e 44 per gli uomini) mentre in Italia la media è del 55,7%. «Quest'ultimo dato è il reale specchio della drammatica situazione teramana - prosegue il segretario Cgil - Sempre sul 2013, recuperiamo parzialmente nel settore agricoltura con più mille occupati, resta stabile il settore delle costruzioni, ed è già una notizia, sono stabili anche il commercio e i pubblici esercizi...». Per l'anno in corso Di Dario non è ottimista, «perché le misure prese dal governo col Jobs Act non rispondono alle esigenze che Teramo ha: qui va fatto un intervento di carattere eccezionale, del resto siamo dentro una crisi forte e ci vogliono investimenti mirati per rilanciare il tessuto economico. Inoltre non c'è nessun segnale positivo che possa far cambiare la rotta».


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