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Data: 14/03/2016

Il lavoro che cambia e la Carta dei diritti: l’intervento della Camusso

I resoconti dell’assemblea aquilana con la segretaria generale della Cgil

E' stata la Carta dei diritti universali delle lavoratrici e dei lavoratori il tema al centro dell'assemblea aquilana alla quale nei giorni scorsi è intervenuta anche Susanna Camusso. Un appuntamento molto partecipato del quale gli organi di informazione hanno dato conto. Quelli che pubblichiamo di seguito sono dunque alcuni articoli apparsi sui siti web abruzzesi, che riproponiamo per continuare ad illustrare le idee e le proposte della Cgil, impegnata in una campagna informativa alla quale seguirà la raccolta delle firme necessarie per trasformare la nuova "Carta" in una legge di iniziativa popolare.

 

Camusso: ecco la Carta dei diritti. Sulla ricostruzione si è perso troppo tempo (news-town.it)


Visita a L'Aquila della segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, che all'Auditorium del Parco del Castello ha discusso la nuova Carta dei diritti presentata recentemente dal sindacato, un nuovo statuto delle lavoratrici e dei lavoratori. Si tratta di una raccolta di norme destinate a tutto il mondo del lavoro, subordinato e autonomo. L'obiettivo è ambizioso: far diventare la Carta una legge d'iniziativa popolare per ridare dignità a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici.
Con il nuovo Statuto la Cgil vuole innovare gli strumenti contrattuali preservando quei diritti fondamentali che devono essere riconosciuti ed estesi a tutti, senza distinzione, indipendentemente dalla tipologia lavorativa o contrattuale, perché inderogabili e universali. Diritti che vanno dal compenso equo e proporzionato alla libertà di espressione, dal diritto alla sicurezza al diritto al riposo, ma anche alle pari opportunità e alla formazione permanente, un aggiornamento costante di saperi e competenze. Per ricostruire un diritto del lavoro a tutela della parte più debole...
La Carta si compone di tre parti: la prima parte detta norme per il riconoscimento di diritti universali applicabili a chiunque: lavoratori subordinati, parasubordinati, discontinui; la seconda parte prevede delle norme che diano efficacia generale alla contrattazione e codifichino democrazia e rappresentanza per tutti; la terza e ultima parte disciplina la riscrittura dei contratti di lavoro prevedendo l'estensione di diritti e tutele a soggetti che oggi ne sono esclusi per avvicinare le loro condizioni di lavoro e i trattamenti economici a quelle dei lavoratori subordinati.
In altre parole, il nuovo Statuto vuole riaffermare principi di dignità della persona e del lavoratore che la legislazione introdotta col Jobs act ha fortemente intaccato con le modifiche introdotte all'art. 18. Interviene anche in materia processuale stabilendo la cancellazione delle norme sulle spese processuali, introdotte di recente nel nostro ordinamento processuale, che costituiscono un vulnus al diritto di accesso alla giustizia per tanti lavoratori e lavoratrici che a fronte del rischio di causa, e quindi della possibilità di essere condannati al pagamento delle spese processuali di controparte, rinunciano a far valere in giudizio i propri diritti.
"Abbiamo cambiato punto di vista, in particolare su cosa vuol dire lavoro nero e come si esercita, sul caporalato, una battaglia che stiamo già conducendo... ovvero il fatto che l'inchiesta giudiziaria o il sequestro di un'azienda non determini necessariamente la disoccupazione dei lavoratori o la perdita di quella attività produttiva - ha sottolineato la Camusso - Su quest'ultimo punto, con tanti altri, abbiamo presentato una proposta di legge fatta propria dalla Commissione Antimafia e che sta discutendo il Parlamento. Il contrasto alla criminalità è un fatto giudiziario, è un fatto repressivo ma è anche un fatto culturale: dunque dobbiamo evitare che si veicoli il messaggio che con la criminalità si lavora e con la legalità no".
Il grande tema, aggiunge la segretaria nazionale della Cgil, è pretendere un lavoro buono, dignitoso e di qualità: per ottenerlo la legalità è condizione imprescindibile, "in questo senso perdere un'attività produttiva se c'è stata corruzione, infiltrazione o altro, è un pessimo messaggio: il nostro ordinamento deve essere capace di difendere il lavoro legale".
Sul governo, su come verrà accolta la Carta in Parlamento, la Camusso non si sbilancia: "Vedremo che reazioni ci saranno. Voi - rivolta ai giornalisti - avete l'idea che i processi di cambiamento culturale avvengano con tre slogan in televisione. Non è così. Ci saranno mesi di campagna per la raccolta delle firme, animeremo un dibattito pubblico e la politica dovrà pure confrontarsi con gli orientamenti che crescono nel Paese. Ma chiedersi oggi cosa pensa il governo è giocare sulle battute: abbiamo un'idea più significativa di cosa vuol dire cambiare un Paese". Più deciso l'atteggiamento sulla riforma delle pensioni: "Torneremo in piazza se l'atteggiamento dell'esecutivo non cambierà". Quando, però, non è ancora dato sapere: "Ne discuteremo con Cisl e Uil, lo decideremo con loro. Se continuate a pensare che l'unica notizia è se qualcuno scende in piazza o meno - aggiunge - contribuite all'idea che il tema del lavoro non sia un grande tema culturale e di cambiamento, che è solo un problema di cronaca della mobilitazione. Provate a pensare invece che stiamo provando a cambiare davvero il fondamento culturale del paese".
Camusso ha incontrato in mattinata alcuni lavoratori in cassa integrazione della Intecs che l'attendevano alle porte dell'Auditorium. "Questa come altre vertenze non possono più essere affrontate a livello locale, vanno fatte emergere a livello nazionale in un tavolo di crisi con governo e parti sociali", il Paese non ha un indirizzo - ha aggiunto - "il governo non ha una politica industriale ma asseconda solo quello che chiedono le aziende. Se qualcuno dice vendiamo la chimica il governo dice va bene, vendiamola'".
Parlando della situazione aquilana, la segretaria nazionale non è sfuggita a una riflessione sullo stato della ricostruzione, a sette anni dal terremoto: "Si è perso troppo tempo, basta guardarsi intorno. Siamo felici che ora si vedano, finalmente, cantieri in attività: sappiamo però quanto tempo è passato, per quanto tempo i cantieri non si sono aperti e il centro della città è rimasto zona rossa, visitabile solo con i caschetti in testa. Penso che ci sia una grande ferita nel corpo di questa città, per scelte che non sono state quelle che avremmo voluto fin dall'inizio, e cioè che si avviasse subito la ricostruzione"...

 

Camusso, ecco come cambiare ricetta (inabruzzo.com)

 

L'AQUILA. "Per promuovere la nuova Carta dei diritti universali delle lavoratrici e dei lavoratori abbiamo programmato più di 35mila assemblee in tutta Italia, quindi è un lavoro capillare ovunque. La nostra Carta vuole cambiare la ricetta sul lavoro, dunque vola un po' più un alto". Lo ha detto all'Aquila la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, nel corso di una assemblea sindacale. "L'informazione ogni volta traduce tutto in corride invece che in proposte e in capacità di leggere il futuro - ha osservato la Camusso - Noi riteniamo che ci sono stati 20 anni di legislazione in cui si è pensato che la riduzione del costo del lavoro avrebbe determinato lo sviluppo del Paese. Pensiamo che sia ora di tirare una croce e vedere che risultati ci sono stati: perché abbiamo perso attività produttiva, perché siamo meno competitivi, perché abbiamo meno produttività, perché abbiamo un lavoro che tende ad impoverirsi e dequalificarsi. Quindi, evidentemente, bisogna cambiare ricetta. La ricetta ritorna e riparte dal fatto che bisogna dare valore al lavoro, perché impoverirlo non permette di valorizzarlo né di fare crescita nel Paese. Basti pensare al fatto che se si continua a mettere la ricchezza nelle mani di pochi manca la domanda aggregata del Paese... La nostra proposta non è di ritornare dove eravamo ma riscrivere un'idea di quali devono essere i diritti in capo all'insieme delle persone, quali sono i diritti nuovi che servono per affrontare i temi del cambiamento del lavoro. Tant'é - ha aggiunto la segretaria generale della Cgil - che la nostra Carta non si rivolge solo ai lavoratori dipendenti ma prova a guardare anche com'é cambiato il mondo, avendo condizioni differenti dal passato rispetto al tema delle collaborazioni e del lavoro autonomo. Questi diritti non possono essere disgiunti e contrapposti con il lavoro dipendente, dunque sarà una misura e una dimensione che vanno ben oltre la dialettica sui singoli provvedimenti di qualche tempo fa, che non hanno tolto né aggiunto niente rispetto a una crociata che da 20 anni pensa che togliere i diritti e ridurre i costi di avrebbe cambiato di per sé il futuro".

 

Casalesi e ricostruzione: Cgil nazionale in prima linea nel processo (ilcapoluogo.it)

 

Ad annunciarlo il segretario nazionale del sindacato, Susanna Camusso, a margine di un'assemblea degli iscritti nel capoluogo d'Abruzzo volta a presentare la proposta di legge di iniziativa popolare per l'istituzione di una "Carta dei diritti universali del lavoro".
Tornando all'ambito giudiziario, l'indagine della Procura Distrettuale Antimafia di L'Aquila, relativa ad infiltrazioni del clan camorristico dei Casalesi in alcuni cantieri della ricostruzione post terremoto, ha anche portato alla luce metodi estorsivi nei confronti degli operai, costretti a restituire oltre il 50% dei salari loro versati. L'udienza, in calendario il 30 maggio prossimo, segnerà un passaggio fondamentale nella storia della sigla sindacale, che per la prima volta entrerà in un'aula di tribunale per seguire un procedimento non riguardante l'ambito specifico degli infortuni sul lavoro.
"Abbiamo scelto di costituirci parte civile - afferma il segretario nazionale della Cgil - perché situazioni come questa, in cui il caporalato diventa strumento per portare avanti l'operatività di un settore produttivo, si pongono in diretto contrasto con la solida base di legalità che il lavoro richiede. Purtroppo stiamo vivendo un periodo storico in cui, anche a causa della crisi, si è persa questa concezione e invece impera il luogo comune del lavoro purché sia: si tratta di uno dei più giganteschi alibi alla crescita del sommerso e alla frantumazione delle tutele occupazionali. Come Cgil vogliamo contrastare in maniera concreta questo stato di cose, anche entrando in maniera diretta nell'iter giudiziario".
Un iter giudiziario al quale, differentemente dalla Cgil, non prenderanno parte i lavoratori che sono stati soggetti agli atti di vessazione. Questi ultimi infatti hanno rinunciato a costituirsi parte civile. "Proprio per via di una situazione che potrebbe favorire gli imputati - dice l'avvocato Massimo Di Celmo, componente della Consulta giuridica in Cgil nazionale - la nostra presenza sarà ancora più importante: assumeremo il ruolo di sentinelle e chiederemo conto di tutti i passaggi poco chiari, sempre nell'ottica della tutela completa dei lavoratori. Chi intende portare avanti simili situazioni di illecito - conclude - deve sapere che da oggi ha un nemico in più". Alle voci degli esponenti nazionali della sigla sindacale si aggiunge anche quella di Umberto Trasatti, segretario provinciale aquilano, che tra l'orgoglioso e il rammaricato ricorda che "fin dal 2013, dopo accurati controlli condotti in tandem da Camera del Lavoro e Fillea, denunciammo situazioni poco chiare nell'ambito della ricostruzione post terremoto. All'epoca fummo duramente attaccati e criticati, poi però sono arrivate le inchieste e gli arresti".


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