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Data: 01/04/2015

Il lavoro non c'è, basta propaganda

Il lavoro non c'è, basta propaganda
I dati dell’Istat e il commento della Cgil: meglio misurarsi con i problemi reali

<Dopo la crescita del mese di dicembre e la sostanziale stabilità di gennaio, a febbraio 2015 gli occupati diminuiscono dello 0,2% (-44 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,7%, cala nell'ultimo mese di 0,1 punti percentuali. Rispetto a febbraio 2014 l'occupazione è cresciuta dello 0,4% (+93 mila) e il tasso di occupazione di 0,2 punti.
I disoccupati aumentano su base mensile dello 0,7% (+23 mila). Dopo il forte calo registrato a dicembre, seguito da un'ulteriore diminuzione a gennaio, a febbraio il tasso di disoccupazione sale di 0,1 punti, tornando al 12,7%, lo stesso livello di dicembre e di 0,2 punti più elevato rispetto a febbraio 2014. Nei dodici mesi il numero di disoccupati è cresciuto del 2,1% (+67 mila). Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni mostra inoltre un lieve incremento nell'ultimo mese (+0,1%), rimanendo su valori prossimi a quelli dei due mesi precedenti. Il tasso di inattività si mantiene stabile al 36%, contro il 36,4% di febbraio 2014. Su base annua gli inattivi diminuiscono dell'1,4% (-204 mila). Per offrire ai lettori andamenti che risentono in misura minore della variabilità che si osserva a breve termine, da questo mese l'Istat pubblica anche le medie mensili... degli indicatori congiunturali sul mercato del lavoro. Rispetto ai tre mesi precedenti, nel periodo dicembre-febbraio l'occupazione è rimasta sostanzialmente stabile, mentre il tasso di disoccupazione è diminuito di 0,4 punti percentuali, in larga misura per la risalita del tasso di inattività (+0,3 punti)>.


Quello che si è letto sinora è il comunicato stampa con il quale l'Istat, il maggiore istituto italiano di studi e statistiche, conferma ciò che la Cgil va dicendo da tempo: <Il lavoro non c'è e continua a non esserci>. Una considerazione amara seguita da un consiglio agli ottimisti di maniera per il tramite di Fabrizio Solari, segretario confederale del sindacato, ovvero <di mettere nel cassetto la propaganda e provarsi a misurare con i problemi reali del paese>.

Fatto è, continua il dirigente sindacale, che la notizia diffusa dall'Istat <di una disoccupazione in crescita non si può sottacere, anche perché molto incautamente nei giorni scorsi si sono levate grida di gioia quando sono stati diffusi dal Ministero del Lavoro i numeri sull'aumento di contratti a tempo indeterminato nel primo biennio dell'anno. Invece l'occupazione in Italia non aumenta, mentre ciò che aumenta sono i disoccupati, per un tasso il tasso di disoccupazione circa doppio di quello della Germania>. E tutto ciò, aggiunge Solari, mentre <i dati disaggregati delle nuove assunzioni ci mostrano che il boom delle assunzioni a tempo indeterminato dei primi due mesi, in attesa delle tutele crescenti, sono frutto della sostituzione di altre forme di lavoro>. Un fatto che <chiunque fosse dotato di buon senso, alla larga della propaganda, avrebbe potuto prevedere. Senza dimenticare l'effetto diga, ovvero che le imprese negli ultimi mesi del 2014 anno hanno ritardato le assunzioni in attesa degli sgravi previsti dalla legge di stabilità>.

Per il segretario confederale della Cgil quindi <ci troviamo ancora all'interno del girone infernale della crisi nella quale siamo invischiati da anni. La cosa ci fa tutt'altro che piacere, in attesa degli effetti reali previsti dal Jobs Act>. Meglio allora <mettere nel cassetto la propaganda e provarsi a misurare con i problemi reali del paese>.


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