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Data: 06/06/2013

Il lavoro non cresce, aumenta soltanto la rassegnazione

Il lavoro non cresce, aumenta soltanto la rassegnazione
Gianni Di Cesare replica ai numeri del governatore Chiodi

Qualche giorno fa, con la manifestazione del 1° giugno, Cgil Cisl e Uil regionali hanno per l'ennesima volta lanciato l'allarme sulla crisi del lavoro in Abruzzo, sottolineando le gravissime difficoltà che vivono disoccupati, cassintegrati, esodati e precari abruzzesi.

Il giorno dell'iniziativa il presidente della giunta regionale, Gianni Chiodi, si è affrettato a diffondere i dati Istat relativi al primo trimestre 2013, in particolare quelli che indicano una diminuzione della disoccupazione nella nostra regione, passata dai 73.000 disoccupati del primo trimestre 2012 (12,8%) ai 65.000 del primo trimestre di quest'anno (11,5%). Numeri che il presidente Chiodi ha commentato con un entusiastico <è la più bella notizia dell'anno!>.

Ma è davvero così? Oppure le tabelle dell'Istat vanno legge tutte intere e non soltanto nei numeri che interessano? Cosa accade realmente in Abruzzo? A queste domande ha risposto Gianni Di Cesare, segretario generale della Cgil abruzzese, in una replica al presidente della giunta regionale che descrive un Abruzzo molto diverso da quello che si cerca di far apparire.

Di Cesare nel dettaglio spiega alcune cose e illustra alcuni numeri, quelli che la giunta regionale non ha menzionato:

1 - Le forze lavoro (occupati e disoccupati) in Abruzzo diminuiscono di 8.000 unità, passando dal 64,2% al 63,1%. Queste stesse forze lavoro, che crescono nel Nord e nel Mezzogiorno, nel Centro Italia sono stabili. Una tendenza negativa anche per la nostra regione.

2 - La diminuzione del numero dei disoccupati (da 73.000 a 65.000) purtroppo non si è trasformata in un aumento degli occupati. Al contrario 8.000 abruzzesi disoccupati hanno smesso di cercare un lavoro poiché, presumibilmente, ritengono di non poterlo trovare. Un fatto molto negativo e preoccupante perché queste persone sono andate ad ingrossare la popolazione inattiva, le fila di coloro che sono scoraggiati e non credono di poter trovare un'occupazione.

3 – Il segretario regionale segnala da ultimo una svista dell'Istat, che nel primo trimestre di quest'anno indica in 500 mila gli occupati nella regione. Sommando i vari numeri, gli occupati in Abruzzo risultano 499 mila (mille in meno) ma soprattutto si scende sotto la soglia psicologica del mezzo milione di occupati.

Così, ribadendo l'urgenza di agire subito sul fronte del lavoro e confermando le priorità indicate nella piattaforma della manifestazione del 1° giugno, Gianni Di Cesare invita il presidente Chiodi ad un atteggiamento sobrio e più attento nei confronti dei tanti abruzzesi che vivono con sofferenza questa lunghissima crisi.


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