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Data: 04/11/2014

Il welfare resti universale: lo Spi boccia la Regione

Il welfare resti universale: lo Spi boccia la Regione
Contestati i principi alla base della riforma della giunta, no a un sistema doppio per cittadini bisognosi e agiati

E' una <grande preoccupazione e contrarietà> quella che il Direttivo regionale dello Spi abruzzese ha espresso sui principi fondamentali che muovono la giunta regionale nel documento relativo alle "linee di riforma del Welfare".
<Una riforma - osserva lo Spi Abruzzo - che modifica il sistema di tutele sociali da sistema universalistico generale a un universalismo selettivo, anche attraverso il passaggio dalla "sussidiarietà verticale" alla " sussidiarietà circolare">, di fatto <deresponsabilizzando il sistema pubblico dei servizi di welfare e ponendo le basi per lo smantellamento del sistema di garanzie dei diritti universali>.
Quella che si prefigura dunque è <l'istituzione di due modelli paralleli di tutela: uno pubblico per gli indigenti bisognosi, uno privatistico rivolto alle fasce sociali più abbienti. Un sistema che determinerebbe la dequalificazione e lo smantellamento sostanziale del sistema pubblico a favore di quello privato>. Principi che non possono essere accettati, per contrastare i quali il sindacato dei pensionati chiede urgentemente l'apertura di un confronto con la giunta regionale, al fine di <valutare le modifiche e i cambiamenti necessari a ristabilire i principi universalistici e inalienabili sanciti dalla Costituzione e riferiti alle tutele sociali>.
Di qui l'annuncio di una giornata di mobilitazione il 13 novembre (con un presidio a Pescara davanti alla sede della giunta regionale, in viale Bovio, alle ore 10) allo scopo di sostenere i suddetti obiettivi ma anche per ribadire <la necessità di individuare risorse regionali certe e aggiuntive a garanzia del mantenimento dei servizi sociali negli ambiti territoriali>.


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