Data: 16/10/2013
Immigrazione, da abolire la legge Bossi-Fini
Susanna Camusso e la Cgil aderiscono all’appello lanciato da Repubblica
Scrive il segretario generale della Cgil: <La legge Bossi-Fini, come il reato di clandestinità, sono razzismo trasposto in termini legislativi, sono l'idea che l'altro, il diverso da te, non sia una persona da accogliere, una cultura da comprendere, un mondo da scoprire, ma un nemico da respingere o incarcerare, un corpo pericoloso e dannoso da allontanare. La Bossi-Fini per tante, troppe persone ha rappresentato, nel nostro paese, il ritorno della schiavitù. Uomini e donne che fuggivano dalle guerre, dalla fame, dalle malattie, dalla povertà, dalla mancanza di lavoro, sono state costrette a vivere il ricatto dei trafficanti, lo sfruttamento dei caporali, l'umiliazione, la cancellazione della propria identità culturale e spesso l'indifferenza se non l'ostilità delle istituzioni. La Cgil da anni lotta con forza per l'abrogazione della legge Bossi-Fini e la cancellazione del reato di clandestinità. In questi anni ha proposto leggi che impediscano il caporalato, ha chiesto che sia riconosciuto il diritto di denunciare lo sfruttamento senza il pericolo di essere espulsi, si batte perché chi arriva nel nostro Paese sia trattato con dignità e rispetto, lotta con i migranti che hanno trovato e trovano nella Cgil non solo ascolto ma organizzazione e rappresentanza. Sono state tutte iniziative e proposte di legge che hanno riscosso grande consenso. Valga per tutte "L'Italia sono anch'io", una campagna realizzata dalla Cgil insieme a molte associazioni che ha portato alla presentazione al Parlamento di due leggi di iniziativa popolare. Il riconoscimento dello ius soli è ciò che noi chiediamo, insieme alle tutele per i lavoratori migranti, da una nuova legislazione di accoglienza. Forte della lunga lotta del sindacato per questi obiettivi, saluto dunque con piacere l'appello di Repubblica per l'abrogazione della legge Bossi-Fini e lo sottoscrivo.
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