Quello della mortalità sul lavoro era e resta un problema drammatico, uno dei temi che puntualmente si ripresenta in ogni statistica fornita dall'Inail, l'istituto pubblico nazionale cui sono assegnate le maggiori competenze su questo tema.
A rilanciare il dramma delle morti e degli infortuni sul lavoro è stato Franco Spina, segretario regionale della Cgil Abruzzo Molise. Lo fatto dopo che l'Inail ha diffuso alcuni dati relativi all'anno da poco finito, il 2018, e soprattutto li ha messi a confronto con quelli dei dodici mesi precedenti. Numeri che confermano una realtà difficile, laddove nel 2018 in Italia ci sono stati 1.133 morti sul lavoro, tre morti al giorno, con un aumento rispetto al 2017 del 10,1%.
D'altra parte la statistica preoccupa anche se si guarda a un altro aspetto del problema: gli infortuni non mortali. Anche qui dal confronto emerge che gli infortuni registrati sono cresciuti nel complesso dello 0,9%: da 635.433 a 641.261. In particolare nel 2018 gli infortuni sul lavoro sono stati 542.743, con un aumento rispetto all'anno prima dello 0,6%, mentre quelli in itinere - gli infortuni accaduti durante gli spostamenti per il luogo di lavoro - sono passati dai 95.849 del 2017 ai 98.518 dell'anno scorso: +2,8%.
Fin qui i dati nazionali, ma cosa è accaduto in Abruzzo e in Molise? "In Abruzzo - afferma Franco Spina - l'Inail ha evidenziato una riduzione degli infortuni, che passano da 14.299 a 13.837 (-3,24%), con un calo significativo per quelli sul lavoro. E tuttavia - continua - va evidenziato che la riduzione si concentra in settori specifici e non è uniforme nei vari comparti economici. In particolare, se sul versante dei settori artigianali e del terziario si registra una diminuzione, nel comparto industriale gli infortuni dichiarati sono al contrario aumentati: dai 2.719 del 2017 ai 2.886 dell'anno scorso. Per quanto attiene il Molise, invece, gli infortuni complessivi dichiarati nel 2018 sono stati 2.124 a fronte dei 2.045 del 2017, con un aumento del 3,72% . Nello specifico gli infortuni avvenuti in occasione di lavoro sono passati dai 1.844 del 2017 ai 1.911 dell'anno scorso, mentre quelli in itinere sono aumentati da 201 a 213. In Molise però, oltre che un andamento diverso rispetto all'Abruzzo (dati in crescita), si registra anche una seconda differenza, ovvero il fatto che l'aumento degli infortuni coinvolge tutti i settori economici: industria, artigianato, terziario e altre attività.
Sono dati che non possono non allarmare. Tali, afferma il segretario regionale, che "per noi il tema della prevenzione degli infortuni resta una priorità nell'azione sindacale. D'altra parte anche quando in alcune realtà si registra una diminuzione dei numeri il fenomeno resta una vera e propria emergenza. Lo è perché sono ancora migliaia i lavoratori abruzzesi e molisani che ogni giorno subiscono danni o perdono la vita. Spesso sono lavoratori precari, carenti di formazione, o lavoratori che quotidianamente operano in ambienti e condizioni difficili, in appalto o subappalto. Fatto è che l'indebolimento costante portato avanti nei confronti di chi dovrebbe vigilare sul rispetto delle regole e dei cantieri ha ulteriormente minato il sistema di prevenzione e repressione nei confronti di chi non rispetta le leggi. Servono politiche serie anche regionali - conclude Spina - bisogna potenziare i controlli e operare massicciamente sul versante della formazione e dell'informazione. Manca ancora una vera cultura della prevenzione, la sicurezza nei luoghi di lavoro viene spesso considerata solo un costo. Per invertire la rotta serve ben altro, ad esempio pretendere il rispetto delle norme che pur ci sono e costruire un sistema che premi quelle aziende che investono in sicurezza e prevenzione, evitando in tal modo una concorrenza sleale troppo spesso giocata sulla pelle dei lavoratori".