Data: 15/01/2014
Inps, il rapporto sociale sull'Abruzzo
L’ultima “fotografia” della regione scattata dall’istituto. Pensioni basse: peggio le donne
L'Inps abruzzese ha recentemente presentato il suo ultimo rapporto sociale, una vera e propria fotografia che ferma al 2012 (il bilancio sociale si riferisce all'anno precedente alla pubblicazione) l'immagine della nostra regione. Si tratta di uno strumento di conoscenza e analisi che da diversi anni rappresenta anche per gli osservatori economici, le istituzioni e le forze sociali uno strumento utilissimo per l'analisi e lo studio di quanto accade in Abruzzo e nelle altre regioni. Così, detto che il testo integrale del documento è allegato a questo articolo a disposizione di chi vuole approfondire, ci limitiamo a segnalare che lo studio dell'Inps abruzzese racconta di una regione che al momento delle rilevazioni (e purtroppo ancora oggi) vedeva lontana l'uscita dalla crisi, con decine di migliaia di persone - a dicembre 2012 erano 58.306, con un incremento del 12,93% rispetto all'anno precedente - che beneficiavano dei vari sostegni al reddito: cassa integrazione (nelle varie tipologie), mobilità e indennità di disoccupazione. In particolare i cassintegrati erano 15.500 (35,9% in cassa ordinaria, 37,5% straordinaria e 26,6% in cassa in deroga, per un totale che superava i 32 milioni di ore), 6 mila persone avevano avuto l'indennità di disoccupazione e 6.742 percepivano l'indennità di mobilità. Il documento come sempre è molto approfondito e si sofferma su tanti temi, dall'erogazioni delle pensioni al contrasto all'elusione contributiva, alla vigilanza contro il lavoro irregolare. Nell'anno considerato gli accertamenti ispettivi sono stati più di 1700 ed hanno permesso di individuare 2246 lavoratori irregolari o in nero (questi ultimi 1354) insieme a venti milioni di contributi evasi. Gli accertamenti inoltre hanno evidenziato appalti illeciti, cessioni fittizie di azienda e interposizioni di manodopera. Circa i fondi erogati dall'Inps in questa regione, nel 2012 l'importo complessivo delle pensioni è stato di 3 miliardi e 484 milioni di euro. Gli importi pagati per prestazioni a sostegno del reddito ammontavano invece a 380 milioni: 178 milioni per indennità di disoccupazione, 45 per indennità di mobilità, 75 per indennità di malattia e 80 per la cassa integrazione. Fatto è che in Abruzzo le pensioni - la media, ovviamente - erano e restano piuttosto modeste. L'importo medio mensile delle pensioni di invalidità, vecchiaia e superstiti (reversibilità), al netto delle prestazioni assistenziali (pensioni e assegni sociali) risultava infatti di 656 euro, mentre le pensioni erogate agli invalidi civili erano in media di 407 euro. Circa i sessi, il rapporto dell'Inps spiega che «agli uomini competeva il 42,7% delle prestazioni ma il 48,9% degli importi totali... Inoltre rispetto all'anno precedente il numero delle pensioni a favore degli uomini era cresciuto mentre era sceso l'importo annuo complessivo, per le donne invece l'importo aumentava ma diminuiva il numero delle pensioni». Per quanto riguarda le varie tipologie, «le pensioni di vecchiaia rappresentavano il 27% del totale e quelle di anzianità il 18,7% (rispettivamente il 25,4% e il 35,2% degli importi totali), quelle d'invalidità e inabilità il 10,7% e quelle ai superstiti il 21,5% del totale delle prestazioni». Le pensioni erogate alle donne abruzzesi contabilizzavano tuttavia soltanto il 7,3% delle pensioni di anzianità (effetto di posizioni con minore anzianità contributiva), mentre al contrario esse raggiungevano il 32,6% di pensioni ai superstiti, conseguenza di una maggiore longevità. Per gli uomini poi le pensioni di anzianità rappresentavano il 34,7% del totale e quelle ai superstiti scendevano al 6%. L'importo medio mensile per tutte le categorie (comprese le prestazioni assistenziali e quelle erogate agli invalidi civili) ammontava invece a circa 559 euro, con un valore più alto per gli uomini (778 euro) e minore per le donne (472 euro), sopra i valori medi inoltre si trovavano le prestazioni di anzianità (1.232 euro i maschi e 762 le donne) e inabilità (935 e 664 euro). D'altra parte anche gli aumenti mensili premiavano gli uomini, soprattutto per le anzianità, il cui "vantaggio" ammontava a 470 euro mensili. Fin qui il settore privato, per quanto concerne quello pubblico l'importo medio delle 69.702 pensioni Inpdap attive in quel periodo in Abruzzo era di 21.882 euro, per un importo complessivo che superava il miliardo e mezzo. Riguardo la ripartizione provinciale, scrive l'Inps, è «evidente che il maggior numero delle prestazioni erano concentrate, per circa il 29%, nella provincia aquilana, con una spesa pensionistica del 28% del totale (433,2 milioni), seguita dalle province di Chieti (28% delle prestazioni e 27% della spesa), Pescara (24% delle prestazioni e 25% della spesa) e Teramo (21% delle prestazioni e 20% della spesa)». Circa i contributi incassati dai privati, nel 2012 ammontavano a 2 miliardi e 84 milioni di euro, il 63,6% dei quali (un miliardo e 326 milioni) erano contributi versati dalle aziende con dipendenti. I contributi riscossi dai lavoratori autonomi inoltre erano pari a 530 milioni (il 25,5% del totale), dei quali circa 244 milioni versati dagli artigiani e 287 dai commercianti. I contributi relativi all'area agricola si aggiravano infine sui 100 milioni (39 milioni riscossi da aziende agricole con dipendenti) e 61 versati da coltivatori diretti, mentre i lavoratori parasubordinati (gestione separata) avevano versato contributi per 90 milioni di euro. |
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