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Data: 24/01/2018

Jobs Act: il caso Abruzzo conferma che è possibile contrastarlo

Jobs Act: il caso Abruzzo conferma che è possibile contrastarlo
In Corte di Appello si discute il reintegro di una lavoratrice, le considerazioni di Del Fattore

"Un 'caso Abruzzo' che dimostra da un lato come il Jobs Act abbia reso più facili i licenziamenti e dall'altro come sia ancora possibile contrastare uno strumento dannoso per il mondo del lavoro".

Così il segretario generale della Cgil Abruzzo, Sandro Del Fattore, e la segreteria regionale del sindacato commentano la vicenda della lavoratrice di San Giovanni Teatino che, in appello, ha vinto il ricorso contro il licenziamento e che ora potrebbe anche ottenere la reintegra nel posto di lavoro e non solo un semplice risarcimento economico.

"Lo diciamo da tempo: non è vero che il Jobs Act favorisce i giovani - afferma Del Fattore - Si tratta di uno strumento che ha tolto tutele fondamentali ai lavoratori e soprattutto ai neoassunti, di fatto precarizzando ulteriormente il lavoro. Ci sono sentenze, come quella della Corte d'Appello dell'Aquila - aggiunge - che se da un lato dimostrano l'atteggiamento delle imprese, le quali utilizzano in modo indiscriminato le possibilità rese dalla nuova legislazione sul lavoro, dall'altro confermano che è ancora possibile contrastare una legge iniqua. Come ripetiamo da mesi e come conferma il caso abruzzese, infatti - osserva Del Fattore - è ancora possibile contrastare il Jobs Act".

"Sentenze come questa danno più forza e credibilità alla battaglia che la Cgil ha portato avanti in questi anni sulla Carta dei diritti universali del lavoro e confermano la necessità di aprire una discussione in Parlamento. Il nostro impegno prosegue - conclude Del Fattore - continueremo ad incalzare le forze politiche e andremo avanti nella battaglia per la proposta di legge di iniziativa popolare per la Carta universale".

 


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