Data: 25/09/2013
L’Aquila: investimenti per 400 milioni frenati dalla burocrazia
Le aziende cofinanziano nuovi progetti ma per la realizzazione si perdono mesi
Capiscono, i soggetti istituzionali, l'urgenza e la necessità di nuovi investimenti industriali e di ricerca? Si rendono conto di cosa significa per un territorio realizzare progetti per circa 400 milioni di euro? Hanno presente quali occasioni di lavoro e di crescita mettono in campo le aziende? Sono domande che Umberto Trasatti, il segretario generale della Cgil dell'Aquila, rivolge ad una serie di istituzioni pubbliche. Meglio ancora alle loro burocrazie, a coloro che ai vari livelli di responsabilità dovrebbero lavorare per aiutare questo Paese e questa regione a rilanciarsi, a tornare su una strada della crescita che senza investimenti non è possibile neppure immaginare. E' un tema del quale si parla ogni giorno, quasi sempre con toni che raccontano di una paese - il nostro - nel quale le aziende non investono più, dove le imprese italiane (figurarsi quelle straniere) non trovano stimoli e voglia di tentare. Eppure talvolta qualcuno accetta di provarci: anche da noi, anche in Abruzzo. Si riferisce, il segretario della Cgil aquilana, agli "ormai famosi" 100 milioni deliberati a dicembre 2012 per il rilancio delle attività economiche (il 5% delle somme stanziate per la ricostruzione post-terremoto) e frutto di una rivendicazione delle organizzazioni sindacali del territorio. Un sostegno alla crescita ma soprattutto una chiamata alle aziende perché facciano il loro mestiere, presentino i progetti (se li hanno) e mettano mano al portafoglio cofinanziando le idee e le iniziative che propongono. Investano soldi loro insomma, si assumano i loro rischi. Un "invito" al quale diverse aziende che operano nel capoluogo e nel territorio colpito dal terremoto hanno risposto in modo attivo, presentando progetti industriali e iniziative di ricerca per un importo complessivo molto rilevante: 400 milioni di euro, 100 milioni di fondi pubblici (già stanziati) e il resto messo a disposizione direttamente dalle aziende. Il secondo investimento previsto in Abruzzo, sia pure spalmato su più imprese, dopo i 700 milioni che la Fiat ha annunciato per lo stabilimento Sevel di Atessa. Un'altra considerazione attiene alla qualità dei progetti, di alto valore industriale e tecnologico. Umberto Trasatti ricorda che fu Fabrizio Barca, ministro alla Coesione territoriale del governo Monti, ad emanare a dicembre 2012 un decreto <che destinava le risorse finanziarie sia ai progetti di investimento produttivo a forte contenuto d'innovazione e con elevato potenziale di crescita, sia a progetti di ricerca industriale (il primo asse di intervento), e inoltre prevedeva ulteriori finanziamenti per creare e sviluppare nuove attività imprenditoriali, sostenere azioni di trasferimento tecnologico, valorizzare le eccellenze del territorio e le potenzialità del sistema turistico (secondo asse)>. <A questo proposito - continua il segretario della Cgil aquilana - è noto che alcune aziende presenti sul nostro territorio si sono da tempo attivate ed hanno già proposto significativi e importanti progetti di sviluppo in vari settori ad alta tecnologia (farmaceutica, avionica, aerospaziale ed altri) per sostenere i quali alcune di esse hanno già costituito un importante polo d'innovazione riconosciuto a livello regionale>. Quindi <alcune imprese hanno fatto la loro parte, non soltanto proponendo i progetti ma impegnandosi (come prevedono le norme) a cofinanziare gli interventi in una misura molto rilevante. Al punto che da una valutazione complessiva possiamo dire che 100 milioni di investimento pubblico generano circa 400 milioni di investimenti sul nostro territorio>. Tutto bene allora? Vediamo come continua la Camera del lavoro. <Quello che tuttavia dobbiamo registrare - scrive il segretario - è che i mesi passano e che ancora ignoriamo quanto tempo ci vorrà per realizzare i progetti, mentre nel frattempo questo territorio continua purtroppo a registrare un peggioramento della situazione economica>. Tale che il dato del primo semestre 2013, certificato dall'Inps, indica un incremento degli ammortizzatori sociali pari al 76,4% rispetto al primo semestre del 2012, il che assegna a questa provincia il "triste primato" in una regione dove l'incremento è stato del 29,7%. E tutto ciò mentre <è tornata attuale la necessità di una battaglia per garantire la certezza di risorse per la ricostruzione, una richiesta che condividiamo e sosterremo anche con la mobilitazione>. Per la Cgil quello che risulta incomprensibile è allungare il brodo, dilatare i tempi della burocrazia, perdere mesi senza far partire gli investimenti. D'altra parte <la normativa è chiara e assegna a ciascun soggetto un compito specifico: il ministero dello Sviluppo economico deve adottare le iniziative necessarie (i decreti) per la rapida attivazione degli interventi, Invitalia deve svolgere le istruttorie necessarie sui progetti, e il Comitato di indirizzo (istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri) deve coordinare, vigilare e monitorare gli interventi>. Di qui le domande che abbiamo già formulato: questi soggetti istituzionali stanno facendo il loro lavoro? Hanno compreso l'urgenza e la necessità (ma anche le opportunità industriali e occupazionali) degli interventi previsti? Hanno chiaro cosa significa per un pezzo d'Italia un investimento di circa 400 milioni? A queste domande risponderanno politici e burocrati, Trasatti da parte sua si limita a dire che <per la Cgil l'obiettivo era e resta quello di creare occupazione aggiuntiva, stabile e di qualità>. |
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