Data: 24/06/2013
L’Ara a rischio chiusura: accuse alla Regione
Verso il blocco dei servizi del comparto zootecnico. Pronta la mobilitazione
«L'associazione regionale allevatori, Ara, rischia la chiusura. L'ente ha comunicato l'impossibilità di portare avanti le attività di servizio e assistenza a tutto il comparto zootecnico abruzzese». A lanciare l'allarme sul futuro dell'associazione e dei 70 lavoratori sono Ada Sinimberghi della Flai-Cgil e Feliciantonio Maurizi della Fai-Cisl. «La Regione - affermano i due sindacalisti - deve sbloccare con estrema urgenza i fondi già assegnati a favore dell'Ara. Si tratta di oltre un milione di euro tra annualità precedenti e anticipazioni per il 2013, che per via di un rimpallo di responsabilità tra gli assessorati regionali all'Agricoltura e al Bilancio sono praticamente bloccati. Questo impasse ha determinato il blocco dell'erogazione delle mensilità dovute ai lavoratori, che sono senza stipendio da oltre 18 mesi. D'altra parte - continuano - a nulla sono valsi i tentativi di alleviare la loro drammatica situazione, anche attraverso l'utilizzo degli ammortizzatori sociali». I dipendenti dell'Ara negli ultimi tre anni sono stati sottoposti a cicli continui di cassa integrazione ma la ripresa del settore in cui speravano non è mai venuta. «L'ultimo annuncio dei vertici dell'associazione - incalzano Sinimberghi e Maurizi - ha gettato nello sconforto i lavoratori, che nonostante i sacrifici rischiano il licenziamento già dal prossimo mese. Il tutto nella totale indifferenza della Regione e delle organizzazioni professionali agricole, che non hanno speso una parola in difesa di un ente strategico per le imprese zootecniche e l'intera economia delle aree interne, che opera da oltre sessant'anni e ha garantito la qualità delle nostre carni e del nostro latte». Flai-Cgil e Fai-Cisl avvertono che «se la Regione non provvederà immediatamente all'erogazione dei fondi apriranno una vertenza con eclatanti manifestazioni di protesta, coinvolgendo anche altri settori che stanno vivendo le stesse problematiche come i Consorzi di bonifica e i Centri di ricerca». |
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