Data: 15/12/2013
La ricetta per crescere: meno tasse per rilanciare consumi e occupazione
I temi al centro del corteo regionale a Pescara contro la legge di stabilità
Lo striscione in testa al corteo non lasciava dubbi: <Meno tasse sul lavoro>. A seguire il serpentone di lavoratori e pensionati che Cgil Cisl e Uil Abruzzo hanno fanno sfilare lungo corso Vittorio, a Pescara, nella manifestazione unitaria contro la legge di stabilità promossa in contemporanea in tutte le regioni italiane. Sono le parole - tasse e lavoro - che sintetizzano i perché dell'iniziativa odierna, una mobilitazione unitaria per chiedere di modificare la legge di stabilità in discussione in Parlamento e accelerare un cambio di rotta delle politiche economiche e sociali, di fermare la rincorsa ai tagli indiscriminati. Una presa d'atto che le vecchie ricette sono sbagliate e che se non si cambieranno gli ingredienti l'Italia e l'Abruzzo non usciranno dalla crisi e non rilanceranno la crescita e l'occupazione. Quindi va fatto altro, e rapidamente, rispetto a ciò che si è raccontato negli ultimi anni. Nei vari interventi sul palco (Emilia Di Nicola, segretaria della Camera del lavoro pescarese; Roberto Campo, numero uno della Uil Abruzzo; Giuseppe Farina, segretario nazionale della Fim-Cisl, Franco Rolandi, che guida la Filt-Cgil abruzzese, Emanuele Verrocchi, segretario degli edili aquilani ed altri ancora) sono risuonati molti campanelli di allarme ma soprattutto la consapevolezza che la legge di stabilità non affronta uno dei nodi della crisi: il blocco dei consumi interni. Di conseguenza dimentica una crescita "congelata" alla quale soltanto l'export non può bastare. D'altra parte per i sindacati <la legge in discussione è sbagliata perché non aggredisce un tema decisivo, ovvero il fatto che i lavoratori e i pensionati hanno un reddito davvero risicato e quel poco che possono spendere non basta a rilanciare i consumi interni e gli investimenti>. Ci vorrebbe invece una legge di stabilità molto diversa, che in quelle tasche metta qualche soldo in più (invece che continuare a prenderne) cambiando finalmente scelte politiche che in questi anni hanno soltanto aggravato i problemi. «La legge di stabilità non è adeguata rispetto alle urgenze economiche e sociali del Paese. Deve cambiare affrontando i nodi che hanno impoverito l'Italia - è stato il tema comune - Sulla crisi pesa molto la caduta dei consumi interni e degli investimenti, con la conseguenza che si perdono posti di lavoro (in Abruzzo 31.000 in un anno) e non se ne creano di nuovi. Dunque le priorità devono essere la detassazione del lavoro e delle pensioni, unitamente ad investimenti che producano occupazione». Sono temi generali, ovviamente, e l'Abruzzo ha le sue specificità, ma se il lavoro deve tornare al primo posto dell'agenda politica regionale e italiana ciò sarà possibile anche riducendo le tasse a favore dei lavoratori e dei pensionati, facendo ripartire i consumi e gli investimenti e prendendo i soldi che servono dalla lotta all'evasione fiscale e alle speculazioni finanziarie. Obiettivi sui quali la Cgil ha già annunciato che continuerà a battersi se le legge di stabilità non dovesse cambiare.
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