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Data: 21/11/2016

La salute e l’Abruzzo: sul territorio serve l’integrazione socio-sanitaria

La salute e l’Abruzzo: sul territorio serve l’integrazione socio-sanitaria
Il convegno della Cgil regionale, “no” alla finanza di progetto per gli ospedali

Stefano Cecconi, responsabile nazionale per le Politiche della Salute della Cgil, utilizza il termine "3 E": efficienza (organizzativa), efficacia (i risultati) ed equità (i servizi devono essere universali, per tutti).

Lo ha usato nel convegno che la Cgil Abruzzo ha tenuto nei giorni scorsi sulla riorganizzazione del sistema socio-sanitario abruzzese, i servizi sul territorio e i nuovi bisogni di cura. Un incontro servito anche a confrontare l'esperienza abruzzese con quella di altre regioni ed al quale hanno partecipato l'assessore regionale alle politiche sociali Marinella Sclocco; il direttore dell'Agenzia sanitaria regionale Alfonso Mascitelli; Marina Balestrieri, segretaria Cgil Emilia Romagna; Gavino Maciocco, docente di medicina di comunità e politica sanitaria all'università di Firenze, e Petropulacos Kyriakoula, direttore generale Cura della persona, Salute e Welfare della Regione Emilia Romagna.
Al centro del confronto, dunque, un tema fondamentale nella vita delle persone e cruciale per il futuro di una comunità, uno snodo dal quale vanno rimosse la logica dei tagli e quella di mercato mentre va ristabilito, e con urgenza, il diritto universale alla cura e all'assistenza. Altrimenti la riorganizzazione della sanità e l'integrazione con i servizi sociali sono destinate a procedere senza bussola e senza rotta. E neppure va dimenticato di incrociare i diritti delle persone che utilizzano il sistema del welfare (i pazienti, gli utenti, gli assistiti) con quelli che producono questi servizi (i lavoratori).
Così, detto che la protesta va accompagnata da una proposta autonoma anche del sindacato, la discussione cade in un momento decisivo per questa regione, quando la politica e le istituzioni regionali annunciano l'uscita dell'Abruzzo dal commissariamento della sanità e avviano una riorganizzazione profonda: dalle Asl al personale, dai servizi territoriali all'integrazione socio-assistenziale, dalle strutture agli investimenti degli imprenditori privati.
Da parte sua la Cgil Abruzzo rende esplicite alcune considerazioni e diverse proposte, mettendo in chiaro la sua idea di riorganizzazione del sistema socio-sanitario e di potenziamento dei servizi sul territorio. Se per la prima volta in Italia si registra una diminuzione dell'attesa di vita, se nell'ultimo anno circa il 40% delle famiglie italiane ha rinunciato ad almeno una delle cure necessarie alla salute, se la popolazione invecchia e se l'Italia si colloca agli ultimi posti tra i Paesi Ocse per la spesa sanitaria destinata alla prevenzione, allora l'approccio va cambiato e l'unica rotta è il riordino dell'organizzazione ospedaliera e l'integrazione con la rete sociale sul territorio. Una scelta che in altre regioni ha preso forma, per esempio, nelle case della salute, in servizi di prossimità o in nuove modalità di assistenza domiciliare.
Ad illustrare le proposte e le critiche della Cgil abruzzese è stato Carmine Ranieri, segretario regionale del sindacato, in un intervento che alleghiamo integralmente per informare della posizione della Cgil regionale e della sua idea di riorganizzazione socio-sanitaria, di ciò che pensa delle risposte ai bisogni di cura che aumentano, di una rete socio-sanitaria che resta ancora da definire, di ticket che vanno ridotti e della vicenda dei cinque ospedali che la Regione Abruzzo vorrebbe costruire utilizzando lo strumento del project financing, ovvero l'investimento di aziende private che poi rientrerebbero della spesa gestendo alcuni servizi collaterali a quelli sanitari (mense, manutenzioni, parcheggi, ecc.).
Un sistema, la finanza di progetto, che non solo ha dimostrato di non funzionare ma che nelle regioni che lo hanno praticato ha già causato moltissimi problemi, provocando persino l'intervento dei giudici contabili della Corte dei Conti (in Veneto per esempio) ed esponendo la pubblica amministrazione al rischio di ennesime e grandi voragini finanziarie. Non è vero invece, come ci ricorda Sandro Del Fattore, segretario generale della Cgil Abruzzo, che l'Italia spende troppo per la sanità (più di noi, per esempio, investono grandi Paesi come Francia o Germania), mentre è vero che la domanda di salute cambia ma l'offerta resta sempre la stessa.
D'altra parte è contradditorio anche il fatto che mentre i servizi sul territorio assumono centralità, allo stesso tempo si va avanti con la finanza di progetto con i privati, una strada al termine della quale è sempre il denaro pubblico che ripiana le perdite. Se gli ospedali servono vanno costruiti e riqualificati, ovviamente, e tuttavia è un obiettivo troppo importante del quale si devono far carico le istituzioni pubbliche, senza delegare ad operazioni finanziarie di aziende e privati delle quali non si conoscono né l'esito, né gli effetti economici, né le conseguenze sulla nuova gestione dei servizi.
Così, rimandando alla relazione di Carmine Ranieri e alle interviste televisive (ed anche, se interessati, al documento del direttivo regionale sulla sanità, visibile su questo sito alla News del 5 novembre 2016) concludiamo ancora con Stefano Cecconi, secondo il quale servono risorse economiche ma anche la capacità di spenderle bene, di spendere dove serve e per chi serve. A partire da ciò che facciamo già ma anche dai nuovi bisogni di cura: si tratti di cronicità fisiche, patologie crescenti o disagio psichico.
Tutte vicende, quelle legate alla riorganizzazione della sanità abruzzese, sulle quali la Cgil non è disposta ad abbassare la guardia, mettendo in campo se necessario una mobilitazione che serva a ribadire il diritto alla cura e alla salute di tutti cittadini.

 

P.S. Di seguito la relazione di Carmine Ranieri ed alcune interviste televisive durante il convegno. Per rivederle si possono utilizzare i seguenti indirizzi internet:


https://youtu.be/jEBOKGBajVM        (Tv6)


https://youtu.be/DYNCyEH7BPo      (Rete8)

 

https://youtu.be/ST1yNCQWu3g      (Telemax)

 


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