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Data: 18/05/2017

Lavoro, dopo i voucher si riprova con il precariato

Lavoro, dopo i voucher si riprova con il precariato
Il referendum non si svolgerà ma la nuova "sorpresa" spunta nella discussione sui conti pubblici. Cgil mobilitata

<Se dalla manovra di aggiustamento di bilancio usciranno norme che non sono in coerenza con l'intervento che ha abolito i voucher valuteremo tutte le iniziative di contrasto possibili, a partire da un nuovo coinvolgimento della Corte di Cassazione>.
E' con queste parole che la Cgil nazionale ha preannunciato che il sindacato di Corso Italia non starà con le braccia conserte di fronte al tentativo di far rientrare da una porta secondaria la logica e le norme sui voucher abolite dal Parlamento. Un'abrogazione, quella parlamentare, venuta dopo la mobilitazione della Cgil e una raccolta di firme per un referendum fissato per il 28 maggio e che non si terrà soltanto perché è stato tolto di mezzo l'oggetto del voto popolare: appunto la legislazione sui voucher.
La Cgil dunque definisce inaccettabile che <una manovra che dovrebbe correggere i conti pubblici sia diventata lo strumento per negare le ragioni di milioni di italiani che con le loro firme hanno permesso di indire i referendum, e che tutto ciò avvenga dopo la decisione di abolizione dei voucher assunta pochi giorni fa dallo stesso Parlamento, e dopo l'annullamento dell'appuntamento referendario deciso dalla Corte di Cassazione in virtù del superamento delle richieste in esso contenute>.
E' allora, se questo è vero, cosa sta accadendo? Per la Cgil è in atto un evidente tentativo, <nemmeno malcelato, di rispondere alla soppressione di uno strumento che era diventato una delle forme estreme di precarizzazione del lavoro con altre forme precarie, poco chiare nei limiti di utilizzo e soprattutto rivolte anche alle imprese e alle amministrazioni pubbliche, oltre che alle famiglie. È imbarazzante - incalza il sindacato - che si voglia che il Parlamento discuta di come far contare sempre meno il lavoro, di come renderlo sempre più debole e poco tutelato, di come rendere occasionale ciò che occasionale non è, e non si consenta invece di mettere le stesse energie nel pensare a come creare nuova occupazione, a come difendere quella che c'è, a come far ripartire gli investimenti>.
E non è tutto, perché <gli emendamenti presentati contengono proposte che arrivano senza alcun confronto con le parti sociali e intervengono su materie molto complesse e delicate, che determinano effetti rilevanti non solo sulla regolamentazione del mercato del lavoro ma anche su aspetti di natura fiscale e contributiva. Il governo - si afferma nella nota - deve quindi intervenire con chiarezza e aprire un confronto per normare il lavoro occasionale in ambito familiare, come proposto nella nostra Carta dei diritti universali, e discutere delle modalità di flessibilità già possibili oggi per le imprese senza doversene inventare ogni giorno di nuove>.
Altrimenti si potrebbe pensare che il decreto legge e il voto parlamentare che ha abrogato i voucher avessero come obiettivo quello di impedire ai cittadini di pronunciarsi sul referendum. Ed è per questo, e per contrastare ogni tentativo di precarizzare ulteriormente il lavoro, che la Cgil non resterà a guardare e nel caso ripartirà, anche in Abruzzo, con tutte le forme di mobilitazione necessarie.


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