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Data: 12/11/2013

Legge di stabilità, il 15 novembre sciopera anche l’Abruzzo

Legge di stabilità, il 15 novembre sciopera anche l’Abruzzo
(1. parte) Gli interventi e i pareri nell’assemblea con quadri e delegati

<Cambiare è necessario. Qualche segnale si coglie ma è troppo flebile, non basta. Come non bastano i provvedimenti per il lavoro, la crescita, i salari, i bisogni sociali. Fatto è che questa volta i sindacati non sono soli, anche per Confindustria la legge di stabilità è insufficiente, non affronta i nodi del Paese reale, quello che lavora e produce. Eppoi i soldi, ogni giorno ci spiegano che ce ne sono pochi. Quei pochi però vanno usati in altre direzioni, prima di tutto mettendoli nelle tasche di chi di denaro ne vede poco e tuttavia paga sempre le tasse: i lavoratori dipendenti e i pensionati>.

E' un elenco che potrebbe continuare a lungo quello dei temi e dei problemi al centro dello sciopero di quattro ore che Cgil Cisl e Uil hanno deciso per sollecitare governo e Parlamento a cambiare la legge di stabilità (dunque le politiche sociali e del lavoro) e che in questa regione è previsto il 15 novembre con varie iniziative nelle quattro province.

Uno sciopero preceduto da un'assemblea unitaria che Cgil Cisl e Uil hanno tenuto a Pescara e che è servita, oltre a discutere della legge di stabilità e dei temi nazionali, a parlare anche degli effetti che le scelte del governo e del Parlamento determinano in Abruzzo, una regione in verità che di guai ne ha già parecchi e che vorrebbe da Roma scelte molto diverse. In relazione ai temi nazionali, ovviamente, ma senza dimenticare gli affanni, le ferite e le specificità di questa terra.

Così Maurizio Spina, segretario regionale della Cisl, apre l'assemblea a nome dei tre sindacati (accanto a lui Gianni Di Cesare, segretario della Cgil Abruzzo, e Roberto Campo, il collega della Uil) e parla della necessità di tagliare le tasse per chi lavora e produce, delle inefficienze nella pubblica amministrazione, dice basta ai tagli lineari e a una politica che evita di fare le scelte che le competono, della perpetuazione degli sprechi (cita per tutti la mancata centralizzazione degli acquisti della pubblica amministrazione) o a quella che chiama <la struttura feudale della politica>. Argomenti e temi che si prestano a valutazioni e sfumature diverse, e tuttavia per Spina <il punto dirimente sono i tagli alla spesa inefficiente e la lotta all'evasione fiscale>. Né può passare in silenzio il fatto che la cassa integrazione attende di essere rifinanziata, che le politiche sociali vanno rafforzate anche con una programmazione pluriennale (il segretario ricorda i livelli minimi di assistenza) o che gli investimenti sulle infrastrutture si fanno con il contagocce. E anche qui si potrebbe continuare...

Il dibattito tuttavia arriva alla nostra regione, ai temi e ai problemi di questo lembo d'Italia. Si parte dai numeri e la strada si fa subito in salita: -22mila occupati in un anno (nonostante qualche azione di politica attiva del lavoro), tasso di disoccupazione al 10,7%, tasso di attività al 60%, oltre 30 milioni di ore di cassa integrazione autorizzate nei primi dieci mesi dell'anno, ecc. ecc....ecc.

D'altra parte le vertenze aziendali non si contano e le aree di crisi vanno finanziate (dopo la Valle Peligna, la Val Sinello, la Val Pescara e la Val Vibrata) utilizzando i pochi fondi che ci sono. I finanziamenti appunto, a cominciare da quelli europei, dalla programmazione 2014-2020, che bisogna spendere rapidamente ma soprattutto sapendo come usarli. Anche perché di idee per il futuro finora se ne sono viste poche e l'Abruzzo è rimasto fuori dai progetti strategici europei, dalle grandi linee di comunicazione e i corridoi continentali. Vicende sulle quali si gioca un pezzo importante del nostro futuro e che richiedono agli abruzzesi una diversa qualità politica ma anche la capacità di approfondire e una nuova unità d'intenti.

E tutto senza dimenticare la lunga lista dei problemi, per i quali serve <una risposta adeguata> e <soldi che vanno presi dove sono, per esempio sulle rendite finanziarie e i grandi patrimoni>. Né Umberto Trasatti, il segretario della Camera del lavoro dell'Aquila, può dimenticare le vicende di un terremoto che non riguarda soltanto il capoluogo ma anche 57 comuni abruzzesi del cratere sismico ed altrettanti danneggiati fuori cratere. C'è ovviamente il tema dei finanziamenti che mancano (<sono attivi oltre 2000 cantieri: per l'economia abruzzese sarà indifferente se la ricostruzione si fermerà?>) e tuttavia il segretario la vede anche in un altro modo, per etica e politica, tale che <la ricostruzione è diventata una battaglia di civiltà>.

Così, mentre i delegati Fiom raccontano la loro lotta dentro la Sevel, i metalmeccanici Uilm le vicende della Honda o la Fisascat-Cisl i problemi vecchi e nuovi dei lavoratori del commercio e dei servizi, è il segretario dello Spi di Pescara, Paolo Castellucci, che interviene a nome dei sindacati provinciali dei pensionati e attacca una legge di stabilità che va contro le pensioni medio-basse e peggiora le condizioni di vita quotidiana delle persone.

D'altra parte accade anche nella sanità, laddove si fa passare l'idea che in Italia si spende troppo, molto più che nel resto d'Europa. E invece spesso è vero il contrario: sono gli altri paesi che spendono di più (e meglio) di noi, a cominciare dalla Germania.

(1. parte - la seconda nelle News)


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