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Data: 18/11/2013

Legge di stabilità: pochi vantaggi a lavoratori e pensionati, da colpire l’evasione fiscale

Legge di stabilità: pochi vantaggi a lavoratori e pensionati, da colpire l’evasione fiscale
Le osservazioni della Cgil ai provvedimenti in discussione in Parlamento

La legge di stabilità, com'è stata inizialmente annunciata, prevede una diminuzione molto modesta delle tasse per i lavoratori dipendenti, pari in media a poco più di 100 euro l'anno. Una somma che non rilancia i consumi, non restituisce il potere d'acquisto perduto dall'inizio della crisi e non opera verso quella redistribuzione fiscale di cui c'è urgente necessità.

Inoltre da questa modesta restituzione fiscale, se i provvedimenti non cambieranno durante l'esame in Parlamento, saranno del tutto esclusi i pensionati, i cui assegni sono in gran parte fermi dal 2012. Come non bastasse, il meccanismo finora utilizzato taglia fuori anche i cosiddetti "incapienti", ovvero quei lavoratori, precari e pensionati poveri che hanno un reddito talmente basso da non raggiungere la soglia minima di tassazione. Anche la riduzione delle agevolazioni fiscali per spese sanitarie, istruzione e servizi alla famiglia ricadrebbe sui bilanci di nuclei familiari già in difficoltà.

Fatto è che Cgil ha chiesto una diminuzione significativa delle tasse (uno dei motivi alla base dello sciopero del 15 novembre), anche nell'arco del triennio considerato dalla legge di stabilità, a favore di lavoratori, pensionati e precari. E ciò per migliorare condizioni di vita che la crisi ha reso difficilissime, incrementare i consumi e far ripartire l'economia. E' necessario inoltre accrescere i prelievi sul gioco d'azzardo e soprattutto aumentare la tassazione sulle rendite finanziarie. Misure che vanno prese per ragioni di efficienza (liberare e selezionare gli investimenti reali) ma anche per motivi di equità e sostenibilità del welfare e dei conti pubblici. Senza dimenticare di cancellare le clausole di salvaguardia che mettono in pericolo le agevolazioni fiscali per le famiglie di lavoratori e pensionati.

L'abolizione generalizzata dell'Imu e l'istituzione del Trise - ha osservato la Cgil nazionale - pone in essere una situazione per cui i poveri, chi ha case di scarso valore e gli inquilini compiono azioni di solidarietà verso coloro che hanno case di pregio. Di qui la richiesta di introdurre elementi di solidarietà nell'architettura del Trise (per esempio le detrazioni) e una maggiore vigilanza sull'operato degli enti locali perché questa solidarietà al rovescio non si ripeta anche col nuovo tributo.

Poco o niente infine è previsto per la lotta all'evasione fiscale, la malattia mortale del nostro sistema, che finisce per rendere intollerabile il peso fiscale su chi le tasse le paga lasciando fuori una fetta importante di "furbi" che grazie all'evasione hanno anche la possibilità di usufruire degli sconti sulle tariffe e delle facilitazioni nei servizi pubblici.

Dunque per la Cgil è indispensabile potenziare la lotta all'evasione fiscale attraverso la revisione delle norme sulla tracciabilità e il sistema delle sanzioni, unitamente all'incrocio delle banche dati, con il rafforzamento del ruolo degli enti locali. Il tutto prevedendo la destinazione automatica delle somme che si preventiva di recuperare alla diminuzione della pressione fiscale per lavoratori e pensionati.


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