Data: 12/11/2013
Legge di stabilità: servono politiche di sostegno ai redditi e agli investimenti
(2. parte) Solari: le risorse si trovano aumentando le tasse sulle rendite
<La posta in gioco sono le condizioni del lavoro salariato rispetto ai nuovi aspetti dell'economia globalizzata>. Parte dal contesto generale Fabrizio Solari, della segreteria nazionale della Cgil, nel concludere l'assemblea regionale organizzata a Pescara da Cgil, Cisl e Uil in vista dello sciopero del 15 novembre. Un intervento che parla dei fatti che hanno spinto i sindacati a scendere in piazza, anche in Abruzzo, contro una legge di stabilità che va cambiata. Solari inizia col ricordare che <stiamo entrando nel sesto anno della crisi, i cui effetti ormai sono ben visibili e misurabili nella vita economica e in quella delle persone>. Per esempio in ciò che è accaduto all'apparato industriale italiano, <per il 50% in difficoltà e il 25% del quale è scomparso, non c'è più>. Officine, fabbriche e opifici che non riapriranno (per un quarto della capacità produttiva del Paese) a causa di una crisi costata già un milione di posti di lavoro. Così, mentre altri governi scelgono e sostengono politiche industriali (<è stato Obama a salvare la Fiat...>), nel nostro Paese ci sono premier (Monti) interpreti della Bce, la Banca centrale europea, o ministri (la Fornero) <le cui riforme pensionistiche fanno sballare anche i conti delle aziende - oltre quelli dei lavoratori - che devono rivedere tutte le previsioni sul turn-over del personale>. Sul governo delle larghe intese Solari chiarisce il concetto, non senza aver ricordato che su questi temi il punto d'incontro tra le organizzazioni sociali sta nel documento che Cgil Cisl e Uil hanno firmato a Genova con la Confindustria. <Per noi la stabilità è un bene se serve ad affrontare i problemi - afferma - se il governo arresta l'arretramento della base produttiva, se fa scelte che rilanciano l'economia, se sostiene politiche attive del lavoro>. Per la Cgil dunque è prioritario <ridare reddito ai lavoratori e alle persone, ridistribuendolo attraverso la leva fiscale>. D'altra parte l'export da solo non basta e va sostenuta la ripresa della domanda interna con provvedimenti più robusti degli sgravi sul lavoro limitati a pochi euro, allo stesso modo vanno aiutate (riducendo il cuneo fiscale) le imprese che investono e aumentano l'occupazione e <non soltanto poche e grandi aziende>. Circa l'osservazione "che i soldi non ci sono", Solari la rimanda al mittente e aggiunge: <Non è vero che per fare qualcosa di più significativo le risorse mancano. Bisogna però spostare l'imposizione fiscale dai fattori produttivi alle rendite>. Anche perché questo è un paese dove il 10% delle famiglie possiede la metà della ricchezza nazionale, 4.000 mila miliardi di euro, con una disuguaglianza sociale che colloca l'Italia in testa alla classifica internazionale dell'ingiustizia, prima ancora di molti paesi dell'ex Terzo Mondo. Sono questi ed altri i fatti che rendono necessario un cambiamento delle politiche governative, compresa la legge di stabilità, i cui segnali di novità restano soltanto accennati e comunque privi di risorse finanziarie adeguate. Inoltre in questi anni non soltanto la spesa pubblica è aumentata, ma <neppure la politica ha voluto entrare in collisione con i poteri forti>. Il sindacalista della Cgil nazionale conclude con un'osservazione su quel che ha ascoltato in tante assemblee, nei commenti dei lavoratori e dei pensionati: alcuni dicono <lo sciopero costa troppo, non ce la facciamo>, altri <quattro ore sono troppo poche, politicamente andrebbe fatto di più: ciò che è sicuro - dice Fabrizio Solari - è che i sindacati non vogliono far passare in silenzio quel che accade>. (2. parte - la prima nelle News) |
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