Skip to main content

Data: 12/11/2016

Moda e tessile: a Penne la manifestazione dei lavoratori abruzzesi

Moda e tessile: a Penne la manifestazione dei lavoratori abruzzesi
Il 21 sciopero per il contratto, un settore che ha bisogno di scelte nuove

Ciò che vogliono i datori di lavoro è "ridurre il potere della contrattazione aziendale, inserendo nel contratto nazionale la disciplina in materia di organizzazione del lavoro", un tentativo che Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil respingono al mittente. D'altra parte "la contrattazione aziendale e territoriale resta il fulcro del confronto sui temi legati alla produttività. E il contratto nazionale di lavoro deve continuare ad essere uno strumento agile e utile ai lavoratori e alle imprese per disegnare congiuntamente modelli organizzativi flessibili ed efficaci in un settore così complesso".
E' quanto scrivono i sindacati del comparto moda annunciando per il 21 novembre, in concomitanza con lo sciopero di otto ore, una manifestazione regionale che vedrà ritrovarsi a Penne i lavoratori abruzzesi del settore tessile e dell'abbigliamento. Certo una scelta non casuale, quella di Penne, dove i problemi di un marchio storico del made in Italy (la Brioni) rischiano di mettere in ginocchio un intero territorio. L'ennesima vertenza che allunga il rosario delle crisi che hanno spazzato le aziende tessili e della moda abruzzesi, e che hanno causato ferite profonde a pezzi importanti di questa regione, per esempio in Val Sinello (con la chiusura della Golden Lady ed altre fabbriche) o in Val Vibrata, dove la mannaia è calata su tante imprese faconiste.
In questo contesto i lavoratori aspettano ancora il rinnovo del contratto. Le segreterie nazionali Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil fanno sapere che "la trattativa, a distanza di sei mesi dalla scadenza del contratto, si è interrotta a causa dell'indisponibilità delle controparti a rivedere le modalità di individuazione ed erogazione degli incrementi salariali e per le richieste di riduzione dei diritti e il ruolo negoziale delle organizzazioni sindacali territoriali e delle RSU". Il tentativo esplicito dell'associazione datoriale, "di ridurre il potere della contrattazione aziendale, inserendo nel contratto nazionale la disciplina in materia di organizzazione del lavoro".
Così, mentre "le imprese del mondo tessile non vogliono sottoscrivere un contratto nazionale che risolva i problemi e affronti le difficoltà", i lavoratori abruzzesi del tessile e dell'abbigliamento si sono dati appuntamento il 21 novembre a Penne (ore 9,30 a Porta San Francesco) per lo sciopero di 8 ore con una manifestazione regionale alla quale, in rappresentanza delle tre sigle sindacali, parteciperà Mario Siviero, segretario nazionale della Femca Cisl.
Lo vertenza tuttavia non si fermerà all'Abruzzo ma "continuerà con una manifestazione nazionale - affermano i sindacati di categoria - anche perché dopo anni di lavoro condiviso non si possono negare i diritti ai lavoratori per garantire competitività alle aziende, trascurando l'importante discussione sull'industria 4.0 che attraversa, da nord a sud, il Paese". Una sfida che molti imprenditori non sembrano voler accettare, problemi nuovi e diversi ai quali si risponde anche con vecchie ricette e rimedi inefficaci. Al punto che "nonostante la volontà più volte espressa dalle organizzazioni sindacali ad affrontare le problematiche", si è dovuto prendere atto "che l'associazione datoriale, SMI Sistema Moda Italia, sembra interessata esclusivamente a ridurre diritti e salari attraverso l'affermazione di un nuovo modello contrattuale. Una posizione che ha costretto le segreterie nazionali e la delegazione trattante alla rottura del tavolo negoziale e all'organizzazione di una capillare campagna di assemblee informative in tutte le aziende del comparto tessile".
Il settore dunque torna allo sciopero dopo oltre 20 anni, lo fa in difesa del contratto nazionale collettivo di lavoro in un comparto dove la contrattazione di 2° livello, per cultura e dimensione aziendale, stenta ad affermarsi. Ribadito che "il ruolo regolatore e l'autorevolezza salariale del contratto nazionale è irrinunciabile", Filctem Femca e Uiltec concludono annunciando che metteranno in campo tutte le iniziative sindacali e mediatiche utili alla ripresa e alla positiva conclusione del confronto. D'altra parte anche le lavoratrici e i lavoratori della Moda hanno diritto a veder rinnovato il loro contratto nazionale di lavoro.


www.cgilabruzzomolise.it ~ organizzazione@cgilabruzzomolise.it