Si terrà il 4 novembre, a partire dalle 9,30 davanti la sede regionale di Poste Italiane a Pescara, la manifestazione prevista in Abruzzo nella giornata di lotta che nelle varie regioni vedrà scendere in piazza i lavoratori dell'azienda.
Una giornata di mobilitazione contro <il tentativo di allargare i termini della privatizzazione fino al 65% del capitale azionario di Poste Italiane>, uno sciopero nazionale deciso dopo che <in questi mesi abbiamo arginato l'iniziativa del governo attraverso una campagna di sensibilizzazione rivolta ai cittadini e una campagna di pressione verso le istituzioni>, grazie alla quale <abbiamo ottenuto un rinvio dell'iniziativa senza però scongiurare il pericolo che la più grande azienda a capitale pubblico finisca nelle mani dei privati>.
Della manifestazione dà notizia Sergio Di Marcantonio, segretario regionale della Slc Cgil, che insieme ai segretari abruzzesi di Slp Cisl, Failp Cisal, Confsal Comunicazioni e Ugl Comunicazioni afferma che <l'effetto immediato della privatizzazione di Poste sarebbe una netta inversione di rotta verso i bisogni sociali delle comunità>, e aggiunge che <per quanto riguarda in particolare l'Abruzzo ci sarebbe un ulteriore ridimensionamento di presidi produttivi e occupazionali nelle zone a minore densità abitativa o meno attrattive per quanto riguarda la capacità di raccolta del risparmio>. Con la conseguenza, tra le altre, che <in tanti paesi verrebbe meno uno dei punti di riferimento per la comunità locale, in larga parte costituita da pensionati e con una dinamica di abbandono progressivo del territorio delle aree interne>.
Inoltre per i sindacati regionali di categoria <il prevalere di una visione finanziaria dell'azienda Poste potrebbe portare a breve termine a uno scorporo della divisone recapito, ovvero a un forte ridimensionamento dello stesso>. E neppure si può dimenticare che <a breve termine anche in Abruzzo partirà il recapito a giorni alterni della corrispondenza, nonostante il parere dell'Europa e la sottovalutazione del potenziale dell'azienda sul versante della logistica>.
Da qui lo sciopero nazionale e la manifestazione, in Abruzzo come nelle altre regioni, con i lavoratori e le lavoratrici impegnati <nella difesa del futuro dell'azienda e del proprio lavoro>. Un coro di proteste nei confronti di <un'azienda che oggi ha bilanci floridi ma che non intende investirli in innovazione, per migliorare la qualità dei servizi e l'efficienza delle prestazioni. Basta con le operazioni di cassa - concludono Slc Cgil e le altre organizzazioni sindacali abruzzesi - vogliamo il rilancio di Poste e la valorizzazione dell'intervento pubblico in economia>.
Le segreterie nazionali infine contestano l'assenza di un dibattito pubblico sulla vicenda e l'indifferenza dei mezzi di comunicazione su un tema molto delicato - la privatizzazione di Poste Italiane - che invece avrebbe bisogno di grande attenzione. E' anche per questo che ai cittadini e alle istituzioni abruzzesi chiedono di sostenere la lotta dei lavoratori.