Data: 10/09/2014
Paese fermo e lavoro in secondo piano, la Cgil si prepara alla mobilitazione
Le valutazioni e le iniziative del sindacato, si eludono i veri problemi
<Il lavoro deve tornare al centro dell'attenzione e la politica non può più rimandare decisioni di politica economica per rilanciare un Paese che appare fermo>. Per questo la Cgil lancia l'idea di una "Piazza del lavoro", un'iniziativa nazionale da tenersi all'inizio di ottobre (non ci sarà una manifestazione, ha spiegato Susanna Camusso, ce ne saranno molte: dei dipendenti della scuola, dei lavoratori pubblici, delle diverse categorie, dei lavoratori dell'industria...), un appuntamento per il quale si cercherà di coinvolgere tutto il sindacato confederale. E' quanto ha affermato la Camusso, secondo cui le riforme (da mesi al centro dell'agenda e della polemica politica) vanno fatte ma non contro i lavoratori, sicché la Cgil è disposta a discutere una modifica dello Statuto dei lavoratori ma per renderlo più inclusivo, non per ridimensionare i diritti esistenti, conquistati con anni di lotte. D'altra parte nei partiti, compresi quelli del centrosinistra, sembra regnare una certa confusione a proposito del Jobs Act e il premier pare affidarsi esclusivamente al piano dei tagli della spesa pubblica elaborato dal commissario Cottarelli. La Cgil intanto si mobilita, lo fa per difendere il lavoro e rilanciare lo sviluppo ma anche sui problemi del fisco e delle pensioni. Riparte anche la campagna nazionale "Riformo io" (sulle scelte prioritarie per cambiare la pubblica amministrazione) e la Fiom annuncia una sua manifestazione nazionale, con uno sciopero di otto ore. Non è escluso tuttavia che tutte le iniziative possano convergere. Anche perché superficialmente può apparire molto innovativo affermare che bisogna cambiare tutto, ma poi bisogna vedere qual è il livello di equità e di giustizia che si è realmente determinato. E' ormai chiaro che nel dibattito di oggi <chi non riesce a fare le cose cerca un colpevole, e ora il colpevole è diventato il lavoro che non permette al mondo di evolversi>. Secondo la Camusso se si vogliono fare cambiamenti straordinari bisogna <avere il coraggio di rompere i poteri e non prendersela con il lavoro>. Infine il leader Cgil ha lanciato una frecciata contro chi vagheggia l'applicazione del modello tedesco del lavoro in Italia. "La copiature di modelli di altri - ha detto - è solo provincialismo. La crisi sta nella mancanza di un progetto per il Paese". |
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