Data: 17/12/2013
Parco Sirente-Velino: un attacco che sa di vecchi metodi politici
L'ambiente la seconda "industria" della regione, le aree protette attrarranno nuovi fondi europei
C'è voluta la mobilitazione di ambientalisti, partiti e forze sociali per fermare la riperimetrazione del Parco regionale del Sirente-Velino proposta da un consigliere regionale di Forza Italia (Luca Ricciuti) che avrebbe ridotto la superficie protetta di un territorio fra i più belli dell'Italia centrale e permesso il ritorno di speculatori e cacciatori. La proposta di legge dunque è stata ritirata dalla discussione in aula e riportata all'esame della seconda commissione del consiglio regionale. Contro la riduzione dell'area protetta le associazioni ambientaliste avevano raccolto su internet circa 200mila firme e la stessa segreteria regionale della Cgil Abruzzo si era espressa in un comunicato che riportiamo integralmente.
La campagna elettorale per le elezioni di maggio alla Regione è partita con un attacco a un'area protetta - scrive la segreteria regionale della Cgil - l'unico parco regionale abruzzese, il Sirente-Velino, che dopo anni di faticoso rodaggio ha guadagnato il consenso della maggior parte dei residenti nell'area tutelata, dove si iniziano a incassare i primi dividenti e i primi benefici di carattere economico che la valorizzazione di questi territori possono portare alle popolazioni che vi abitano e a tutto l'Abruzzo. Un lungo percorso di avvicinamento tra chi vive nelle zone protette (e ne sopporta anche i vincoli e le limitazioni) e l'ente Parco regionale, che in un difficile dialogo sono riusciti a costruire sul territorio un rapporto migliore e più stretto che nel passato, del quale sono testimoni gli stessi Comuni dell'area, anche all'interno degli organismi del Parco. D'altra parte che questo sia un pezzo importante del nostro futuro lo dicono anche le previsioni dell'Osce o la stessa programmazione dei fondi europei per il 2014-2020, che aumenta le risorse destinate alla montagna e alle aree protette. Non a caso il tentativo del centrodestra regionale di ridurre la superficie del Parco è stato criticato da tanti amministratori locali (insieme alle migliaia di cittadini che hanno sottoscritto la petizione), i quali vedono tornare in auge metodi politici che credevano superati ma che invece sono stati ereditati da qualche consigliere regionale (e dalla sua parte politica) che evidentemente non riesce a raccogliere consenso se non ricorrendo ai "soliti sistemi". E ciò, nel caso specifico, vuol dire fare sparire un pezzo dell'area protetta e far tornare dentro questa "zona franca" coloro che si sono sempre opposti alla tutela della natura e a un nuovo modello di sviluppo. Porte aperte dunque ai cacciatori e alla speculazione edilizia, proprio le categorie (le doppiette e i palazzinari) che le zone protette e la maggior parte dei loro abitanti avevano allontanato per promuovere uno sviluppo turistico ed economico a vantaggio dell'intera comunità e non soltanto dei soliti noti. Per quanto ci riguarda ribadiamo che siamo contro la riduzione della superficie tutelata all'interno del Parco regionale Sirente-Velino, che finalmente sta mostrando di avere tutte le caratteristiche per ambire a un ruolo di guida nello sviluppo e la crescita anche economica delle zone interne dell'Abruzzo. D'altra parte la Cgil è stata tra le organizzazioni che raccolsero le firme per l'istituzione dei nuovi parchi nazionali abruzzesi, e in questi anni si è chiarito meglio in che direzione stavano andando lo sviluppo e il lavoro. Insieme all'industria questa regione può avere anche un secondo locomotore: la natura, il paesaggio e l'arte: ma per crescere non bisogna lasciare le zone interne agli speculatori e ai cacciatori. |
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