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Data: 01/05/2015

Passato il 1° Maggio, un nuovo senso di responsabilità nel confronto tra politica e forze sociali

Passato il 1° Maggio, un nuovo senso di responsabilità nel confronto tra politica e forze sociali
Le spine abruzzesi e la nota di Gianni Di Cesare

Se vogliamo trovare insieme delle soluzioni alla crisi abruzzese, la giunta regionale deve capire che non può chiudersi in una torre d'avorio ma deve confrontarsi con chi rappresenta le forze sociali e produttive, compresi i sindacati, ripristinando quella tradizione di dialogo e proposta che ha sempre fatto parte del patrimonio politico e istituzionale abruzzese. Un atteggiamento che potrebbe risultare utile anche allo stesso presidente D'Alfonso, se mai dovesse diventare indispensabile aprire con il governo una vertenza che riporti sui tavoli nazionali i tanti problemi della nostra regione.
D'altra parte i numeri diffusi in questi giorni, la perdita in un anno di 10mila posti di lavoro, una cassa integrazione annuale attestata a 33 milioni di ore (che equivalgono a 17.000 persone che non lavorano più) e una riduzione delle risorse che colpisce tutti i canali di finanziamento destinati all'Abruzzo (-321 milioni di Fondi europei, -150 milioni dalla legge di stabilità, ecc.) sono tagli che cadono su una Regione già indebitata per 530 milioni, dove non è una boutade sostenere che si corre il rischio di essere nuovamente commissariati dal governo.
Fatto è che l'Abruzzo registra una fortissima crisi del terziario e in parte dell'industria, che soltanto l'uso massiccio della cassa integrazione, in particolare di quella in deroga (fino a quando ci sarà) è riuscita ad attenuare. Il problema di fondo, se vogliamo evitare di ripetere un elenco di cifre e lamenti, sta nel fatto che l'Abruzzo e i suoi enti locali, a partire dalla massima istituzione rappresentativa, la Regione, è rimasto quasi senza denaro per finanziare nuovi progetti o cofinanziare gli investimenti europei.
Inoltre i risultati prodotti sinora dalla politica nazionale e l'aumento sbandierato dei posti di lavoro si sono limitati soltanto a questi effetti: l'occupazione è cresciuta tra i part-time e le persone più avanti con l'età, mentre sono diminuiti i lavoratori con contratto a tempo pieno e i giovani occupati. Aumentano infine anche coloro che cercano un lavoro.
Meglio dunque tornare a parlarsi, approfittare dei tanti spunti della festa del 1° Maggio per ragionare su cosa dirsi e cosa fare il giorno dopo. A partire casomai dagli appuntamenti di maggio, quando la Cgil abruzzese scenderà in campo su due problemi cruciali per il futuro anche di questa regione: la scuola (con la manifestazione nazionale del 5) e la sanità, un tema decisivo per l'Abruzzo e sul quale (il 12) metteremo la giunta regionale di fonte alle sue responsabilità.

 

Gianni Di Cesare, segretario generale Cgil Abruzzo


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