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Data: 09/08/2013

Patronati, in discussione ruolo e rapporti

Patronati, in discussione ruolo e rapporti
Morena Piccinini commenta gli effetti dei tagli e di scelte discutibili

<In questi anni i patronati hanno esercitato un ruolo di supplenza decisivo, anche a causa del processo di riduzione degli uffici e del personale del settore pubblico, con l'imposizione di tagli feroci al bilancio degli enti previdenziali che noi ed altre organizzazioni di rappresentanza non cessiamo di condannare>.

E' quanto ha affermato Morena Piccinini, la presidente dell'Inca, nel corso della presentazione dell'indagine Ispo "Il cittadino chiama: chi risponde? Attività e comportamenti degli italiani verso gli Enti previdenziali e i Patronati".

Il fatto è che ci sono state decisioni e scelte molto discutibili. Basti pensare all'ultima vicenda, quella relativa alla (mancata) consegna di Cud e Obism che tanto disorientamento e problemi ha causato nei pensionati e nei lavoratori. Di fronte a queste decisioni, in larga misura imposte anche dalla legge di stabilità, è toccato ai Patronati, ai Caf e alle organizzazioni dei pensionati aiutare gli anziani, e non solo loro, con un enorme sforzo organizzativo neppure ripagato.

Per la Piccinini tuttavia il problema è a monte, poiché si tratta di una pubblica amministrazione <che si auto organizza e si autodetermina, con un'ennesima esternalizzazione e con ridottissimi percorsi di coinvolgimento delle strutture della sussidiarietà, chiamate poi a farsi carico degli effetti di queste decisioni>.

Il problema dunque <non è quanto i patronati e i Caf sono efficienti nel fornire ai pensionati questi attestati, bensì quanto i pensionati si sentono ancora una volta allontanati dal proprio datore di lavoro, e ancora una volta si sentono dire che in un qualche modo dovranno arrangiarsi. Per quanto ci riguarda, pensiamo che l'intermediazione svolta dai patronati per l'affermazione degli interessi sociali delle persone e l'essere a pieno titolo agenti del welfare - ha sottolineato la presidente dell'Inca - esiga un rapporto paritario con la pubblica amministrazione, che è altra cosa dall'essere considerati strutture che svolgono un servizio "per la pubblica amministrazione">.

Se questo accade e se siamo a questo punto, la Piccinini conclude che <mai come ora, proprio in concomitanza con i cambiamenti profondi in tutti gli istituti del welfare e in tutta la pubblica amministrazione, si pone un problema, nella prospettiva, di un ruolo e di relazioni che non possono essere ricondotti a fornire un servizio esclusivo alla pubblica amministrazione, anziché potenziare il senso più profondo della tutela di qualità, della consulenza qualificata, dell'accompagnamento delle persone nelle scelte previdenziali e sociali che quotidianamente influiscono anche sul loro futuro>.


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