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Data: 07/12/2015

Pensioni: la tenuta finanziaria non è in pericolo, quello che serve è una maggiore equità

Pensioni: la tenuta finanziaria non è in pericolo, quello che serve è una maggiore equità
Cgil, Cisl e Uil discutono di una vertenza con il governo, il documento unitario

Ciò che non è in pericolo è proprio la tenuta finanziaria del nostro sistema previdenziale, lo è invece l'importo delle pensioni di tantissime persone e intere fasce sociali.

Gli allarmi che si lanciano e le cosiddette riforme servono soltanto a fare cassa, mentre c'è bisogno di una modifica delle norme vigenti che abbia l'obiettivo di ridare equità e solidarietà al sistema previdenziale.
E allora la mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil non si ferma (il 17 dicembre si discuterà in alcuni attivi interregionali di aprire una vertenza con il governo), d'altra parte un recente rapporto dell'Ocse ha nuovamente confermato sia che le riforme di questi anni hanno innalzato l'età pensionabile al livello più alto in Europa, sia che il calcolo della spesa pensionistica italiana comprende tutta la parte assistenziale, che in molti altri Paesi non viene caricata sulla previdenza. Fatto è che se si aggancia automaticamente il meccanismo all'attesa di vita (un dato medio che non considera le condizioni sociali e i lavori diversi), l'età di pensionamento crescerà rapidamente oltre i 67 anni, e per molti trattamenti - quelli di importo più basso - si supereranno i 70.

Un problema dunque esiste, ed è l'inadeguatezza delle prestazioni: disoccupazione, precarietà, lavoro povero e buchi contributivi (anche per le attività di cura delle donne, come evidenzia la Cgil nazionale) mettono a rischio il futuro pensionistico di grandi fasce della popolazione. Se questo è il problema occorre invertire la logica che in questi anni è stata alla base delle riforme, cominciando col farla finita con gli allarmi sulla tenuta finanziaria del sistema, ai quali seguono politiche pensate solo per fare cassa.
Ciò che serve è al contrario una riforma radicale della normativa, c'è bisogno di risposte concrete per ridare al sistema quel tasso di solidarietà che è indispensabile, ad iniziare dal sostegno ai periodi di assenza contributiva, intermittenza nel lavoro, riconoscimento del lavoro di cura. Una politica che accresca l'occupazione, soprattutto giovanile, che in un sistema a ripartizione è l'unica che può rafforzare anche nel lungo periodo la tenuta del sistema previdenziale. Per esempio abbassando l'età di accesso, con una flessibilità che differenzi tra i lavori evitando di scaricare i costi sui lavoratori.

 

P.S. In allegato il documento unitario di Cgil, Cisl e Uil


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