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Data: 17/09/2016

Piano straordinario del lavoro: serve una terapia shock

Piano straordinario del lavoro: serve una terapia shock
Le proposte della Cgil per rilanciare la crescita e l'occupazione

Un piano straordinario per il lavoro, soprattutto giovanile e femminile. Una terapia shock per rilanciare la crescita. Se l'Italia vuole riprendere il cammino dello sviluppo è necessario spingere gli investimenti e l'occupazione, mettere in campo ricette diverse e utilizzare la leva pubblica.
Spingere l'acceleratore verso una terapia shock, appunto, con una spesa di 10 miliardi l'anno per tre anni, attivando investimenti pubblici per creare posti di lavoro (pubblici e privati) e generando una dinamica che aumenterebbe gli occupati di circa 1.368.000 unità, con un tasso di disoccupazione che scenderebbe al 4,8% mentre il Pil reale salirebbe al 5,7%, gli stessi investimenti pubblici e privati crescerebbero inoltre del 19%.
E' un Piano straordinario per l'occupazione giovanile e femminile quello che la Cgil nazionale ha presentato nei giorni scorsi e che sarà illustrato al governo anche in vista della nuova legge di Bilancio.

Fatto è, ha osservato Danilo Barbi, segretario confederale della Cgil, presentando le proposte del sindacato (in allegato il testo dell'intervento) che "per una vera crescita dell'economia del Paese il sistema pubblico deve creare direttamente lavoro, solo così si possono generare quelle condizioni di ottimismo e certezza in grado di far ripartire i consumi e gli investimenti. Il nostro Piano Straordinario - ha spiegato - è una terapia shock per ridurre la disoccupazione, in particolare giovanile e femminile, sia attraverso la promozione di nuova domanda (aumentando occupazione, salari, consumi e investimenti), sia dell'offerta, con nuovi settori di attività economica e nuove professionalità". Due le direttrici da seguire: i bisogni sociali e di manutenzione del territorio (largamente insoddisfatti) e l'innovazione industriale e il rilancio della ricerca.
Per la Cgil gli obiettivi del Piano sono obiettivi plausibili, raggiungibili in tempi brevi e soprattutto finanziabili. Per questo il sindacato individua diverse possibilità di finanziamento, delle quali Danilo Barbi parla nella sua relazione.
D'altra parte il Paese non può aspettare, nove anni di crisi strutturale hanno cancellato 1,6 milioni di posti di lavoro, con le persone in condizione di povertà assoluta aumentate di oltre due milioni. Per questo Susanna Camusso ha sottolineato l'urgenza di sottoporre al governo le proposte della Cgil. Anche per chiedere di spostare il prelievo fiscale dal lavoro alla rendita, di introdurre una patrimoniale sulle ricchezze, di battersi per modificare una politica europea dell'austerity che ha prodotto troppa povertà e disuguaglianza.

 

P.S. In allegato le proposte della Cgil illustrate da Danilo Barbi


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