Skip to main content

Data: 14/06/2014

Poche luci, molte ombre: Banca d’Italia raffredda gli entusiasmi

Poche luci, molte ombre: Banca d’Italia raffredda gli entusiasmi
Presentato all’Aquila il rapporto annuale su "L'economia dell'Abruzzo"

Una volta tanto anticipiamo la conclusione: l'economia continua a rallentare, l'unica nota positiva è che il rallentamento è diminuito rispetto all'anno precedente. Bisognerà vedere cosa accadrà nel 2014, nei prossimi mesi, se ci sarà il segno di una svolta tanto attesa ma per nulla scontata. D'altra parte l'Abruzzo riflette le linee evolutive dell'economia italiana, l'inversione di tendenza tarda ad arrivare, anche se qualche segnale positivo in questa regione c'è.
Acqua gettata sul fuoco. E qualche entusiasmo raffreddato dai numeri e le cifre. Fatto è che "nel 2013 in Abruzzo l'attività economica si è ulteriormente contratta. La produzione dell'industria manifatturiera è diminuita, sebbene a un ritmo inferiore rispetto all'anno precedente. In base alla recente indagine della Banca d'Italia, le imprese manifatturiere maggiormente orientate all'export hanno registrato risultati migliori rispetto a quelle operanti in prevalenza per il mercato interno, in linea con l'andamento degli ultimi anni. La propensione a investire è rimasta generalmente contenuta; mentre segnali di ripresa del processo di accumulazione del capitale si sono osservati tra le grandi imprese".
E' quanto hanno scritto nella sede aquilana della Banca d'Italia nell'annunciare la presentazione dell'annuale rapporto "L'economia dell'Abruzzo", in un convegno promosso dal direttore della filiale regionale di Bankitalia, Luigi Bettoni. Un appuntamento durante il quale si è approfondito quanto accade all'economia abruzzese, in un rapporto che alleghiamo e che chiunque potrà consultare.
Riprendendo la nota della Banca d'Italia, vi si ribadisce che "l'attività di ricostruzione nell'area colpita dal sisma ha continuato a sostenere i livelli produttivi del settore dell'edilizia", e che "la debolezza del comparto rimane tuttavia elevata nelle altre aree, in presenza di un'ulteriore flessione delle compravendite nel mercato immobiliare. In prospettiva un impulso espansivo potrebbe provenire dalla ripresa dei bandi per opere pubbliche, tornati a crescere nel 2013".
Circa i redditi delle persone e delle famiglie, "la contrazione del reddito disponibile, solo parzialmente attenuata dall'aumentato ricorso alle prestazioni sociali, si è riflessa sul calo dei consumi delle famiglie, particolarmente accentuato per i beni durevoli. Ne ha risentito quindi la dinamica dell'attività produttiva del terziario, indebolita anche dal ristagno della domanda di servizi da parte delle imprese".
Nel 2013 inoltre le esportazioni sono diminuite in valore, come un anno prima, riflettendo il calo registrato nei settori dell'elettronica, del farmaceutico e del tessile e abbigliamento; si è registrata al contrario una ripresa delle vendite all'estero di mezzi di trasporto e di prodotti dell'industria alimentare. Le esportazioni continuano nel complesso a collocarsi su livelli inferiori rispetto al picco raggiunto nel 2007, prima della crisi. Nell'ultimo quinquennio si è assistito a una riallocazione delle vendite per aree di destinazione a scapito dei paesi dell'area dell'euro. Il protrarsi della crisi ha continuato a incidere negativamente sulla redditività delle imprese abruzzesi; inoltre hanno registrato un peggioramento le condizioni di indebitamento e il grado di liquidità. Si è ridotto anche il numero delle imprese attive".

Per quanto riguarda l'occupazione, "nel 2013 le condizioni del mercato del lavoro regionale si sono ulteriormente deteriorate. Il numero di occupati è diminuito rispetto all'anno precedente, in particolare nell'industria e nelle costruzioni; nelle attività del commercio si è registrata una forte caduta. La flessione dell'occupazione ha riguardato soprattutto la componente maschile, quella a tempo parziale e quella più giovane. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto un valore storicamente elevato, in particolare per la popolazione di età compresa tra i 15 e i 34 anni. Tra i giovani abruzzesi il numero di immatricolati a corsi di studio universitari, già in flessione nel periodo precedente, si è ulteriormente ridotto nel corso della crisi, più della media italiana".
Circa le banche, "nel 2013 è proseguito il calo dei prestiti bancari al settore privato; vi hanno contribuito la perdurante debolezza della domanda di credito, in un contesto di incertezza sull'evoluzione della situazione economica, e le politiche di offerta degli intermediari, rimaste improntate alla cautela. La riduzione dei prestiti alle imprese ha riguardato tutte le classi dimensionali e tutti i principali comparti di attività economica. I tassi di interesse a breve termine si sono stabilizzati sui livelli del 2012, continuando a riflettere il diverso grado di rischiosità delle imprese. Le erogazioni di nuovi mutui alle famiglie sono ulteriormente diminuite. Il credito al consumo erogato da banche e società finanziarie si è ugualmente ridotto, a fronte del calo della spesa delle famiglie per l'acquisto di beni durevoli. Il tasso di interesse medio sui nuovi mutui alle famiglie è rimasto sostanzialmente stabile rispetto all'anno precedente. La qualità del credito poi è ulteriormente peggiorata. Il tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti alle imprese è aumentato, in particolare nel comparto delle costruzioni, mentre è rimasto sostanzialmente invariato per i prestiti alle famiglie consumatrici. L'indice di deterioramento del credito, che tiene conto anche delle posizioni in temporanea difficoltà, si è attestato su livelli superiori al dato medio nazionale e in crescita rispetto a un anno prima. I depositi bancari hanno rallentato, riflettendo la dinamica dei depositi a risparmio; si è sensibilmente ridotto lo stock di obbligazioni bancarie possedute dai residenti. Nel confronto con le regioni del Mezzogiorno e con la media nazionale, le famiglie abruzzesi destinano una quota più elevata della ricchezza finanziaria da esse detenuta al risparmio postale e ai depositi bancari; è invece inferiore il peso dei titoli a reddito fisso, delle azioni e delle quote di fondi comuni di investimento".
Brutte notizie sono emerse anche nel settore del turismo, poiché l'anno scorso le presenze sono scese del 5%. Diminuisce anche il numero dei passeggeri dell'aeroporto d'Abruzzo (-2,7%) e quello degli automobilisti che utilizzano le autostrade (3,3%).

 

P.S. - Sin qui la nota della Banca d'Italia che preannunciava i temi del convegno aquilano, chi vorrà approfondire troverà tuttavia allegata, su questa stessa pagina, l'edizione integrale del rapporto.


www.cgilabruzzomolise.it ~ organizzazione@cgilabruzzomolise.it