La Cgil rivela la possibile strategia della Popolare di Bari
«Acquistare Carichieti e liberarsi della Caripe»
(articolo pubblicato sul quotidiano Il Messaggero il 24 gennaio 2015)
(Banche 2 - Le altre nelle News). «Banca d'Italia potrebbe offrire a Banca Popolare di Bari la possibilità di acquisire Carichieti e allo stesso tempo di vendere Caripe». Questo in sintesi l'assunto della Cgil, che da tempo rivendica la primogenitura della notizia come se l'eventualità potesse effettivamente andare in porto. «Si andrebbe così verso quel tanto decantato polo bancario abruzzese con i pugliesi che indirettamente guiderebbero».
E' da un anno che il segretario regionale della Fisac-Cgil, Francesco Trivelli, ripete la stessa solfa, soprattutto ora che ambienti finanziari milanesi riportano la notizia di due soggetti pronti a rilevare la cassa di risparmio teatina, banca che per il commissario Sora (che fino a poco tempo fa svolgeva la sua azione a Corso San Giorgio) non è messa così male come si pensava all'inizio.
La Popolare di Bari dunque potrebbe fare da collante per quella banca d'Abruzzo vagheggiata da molti, e forse non è giunta a caso la nomina di Gianluca Jacobini (figlio del presidente della Banca Popolare) a capo della Commissione regionale Abi Abruzzo.
Frattanto però il Gruppo Tercas attende con ansia il piano industriale, che doveva essere pronto già da qualche tempo: bisogna fare presto anche perché, come sostiene il segretario della Fiba-Cisl, Claudio Bellini, «già si fa fatica ad effettuare le sostituzioni. Ad esempio, solo per dirne una, non è agevole rimpiazzare i cassieri». Urge la riorganizzazione al più presto. «Ci saranno uscite volontarie agevolate dal fondo privato di solidarietà: chi ha più di 30-35 anni di vita lavorativa o 60-63 anni potrà lasciare». Bellini prevede che una volta che Bari si avocherà diverse funzioni (da trasferire alla sede centrale in Puglia), la sede di Corso San Giorgio si svuoterà di uomini che potranno indirizzarsi sul territorio con altre funzioni, tappando alcune falle «nella problematica generale dell'organico. Inoltre con la migrazione del personale gli uffici avranno meno problemi».
Da risolvere ancora la questione delle due piattaforme informatiche: Bari parla un suo linguaggio agganciandosi a un suo centro servizi, mentre Teramo fa capo al Cse di Bologna, per Bellini dunque occorre subito una soluzione. Intanto da Bari il management della Popolare fa intendere che le linee guida del Piano industriale sarebbero già chiare: focus sull'offerta corporate (finanziamenti alle imprese, minibond, ristrutturazioni) e sulla consulenza dedicata ai prodotti bancari più evoluti. Sarebbe prevista inoltre una razionalizzazione degli sportelli dopo le recenti acquisizioni. Comunque lunedì prossimo i bancari del territorio abruzzese si riuniranno alle 15 in assemblea a San Nicolò a Tordino (Sala Eltron della Banca dell'Adriatico) per discutere del loro futuro e del futuro bancario regionale e locale, in vista dello sciopero generale del 30 gennaio.