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Data: 15/05/2014

Precari, la rabbia monta anche negli uffici pubblici

Precari, la rabbia monta anche negli uffici pubblici
L’intervento di una lavoratrice al congresso di Rimini

Tra le occasioni di confronto e di ascolto con i lavoratori e gli iscritti nel corso del recente congresso nazionale di Rimini ne segnaliamo una in particolare. Quello che pubblichiamo di seguito è il testo dell'intervento con il quale una precaria abruzzese ha illustrato ai delegati lo stato d'animo di tanti precari della pubblica amministrazione. Una situazione pesante che nel caso della lavoratrice si somma al fatto di vivere in una zona colpita dal terremoto e di lavorare in un ente del quale si annuncia la scomparsa: la Provincia.

 

Un saluto a tutti i Compagni e le Compagne in sala,
mi chiamo Federica Benedetti, delegata della Funzione Pubblica dell'Aquila, Regione Abruzzo, al mio primo congresso e soprattutto precaria da dieci anni dell'amministrazione provinciale dell'Aquila. Mi scuserete se il mio intervento non sarà pieno di contenuti come quelli ascoltati finora ma purtroppo o per fortuna, questo non lo so, penso e parlo solo e semplicemente da lavoratore e non da sindacalista.

Viviamo in un momento di forte crisi sociale, economica, lo abbiamo detto e ridetto, e la moda di questi ultimi anni è rispondere a tutto questo con la parola tagli, riforme. Riforma è la parola che mi spaventa di più e sapete perché? Perché questo termine ha cambiato totalmente il suo significato: riforma ormai equivale al tentativo di porre rimedio ai danni provocati dalle riforme precedenti.
Forse dovremmo imparare ad attuare le riforme, a migliorare le riforme, e non a riformare le Riforme.

Io ne sono figlia, sono figlia della riforma Biagi, che con l'intento di creare maggiore flessibilità, maggiori opportunità di lavoro, ci ha reso più deboli, in una sola parola Precari, nel lavoro e nella vita, e mi ritrovo dopo 10 anni insieme a tante mie colleghe e colleghi in tutta Italia a sentirmi dire da questo governo, e mi dispiace molto che me lo dica proprio questo governo: sei figlia di una riforma sbagliata e non ho i mezzi o forse la volontà di porre rimedio.

Con il decreto 101, ormai legge 125-2013, speravamo che l'attenzione si rivolgesse anche a Noi, in quanto la stessa legge prevede che i precari del Pubblico Impiego aventi 3 anni di lavoro negli ultimi 5 possono essere stabilizzati se hanno sostenuto regolari procedure concorsuali, o quantomeno avere la possibilità di essere inseriti in un graduale processo di stabilizzazione.
Per Noi però non è ancora arrivato il momento. Motivazione: mi dispiace, l'Ente per il quale lavori (la Provincia) è inutile e tu con lui, non importa se siete tutti regolari vincitori o idonei in graduatorie redatte a seguito di procedure concorsuali, sei precario nell'Ente sbagliato. Precario della Riforma sbagliata, precario dell'Ente sbagliato.
Abbiamo tentato con l'aiuto e il forte impegno della Fp-Cgil provinciale di presentare emendamenti, ordini del giorno, ma sembra che nessuna sia la sede opportuna. Non lo è stata la legge 125-2013, non lo è stato il decreto Delrio (L.56) ed ora è rimandato tutto al disegno delega al lavoro (atto 1428) in discussione in questi giorni in Senato e in Commissione Lavoro, ed è su questo che noi chiediamo un impegno forte da parte della Cgil e una presa di posizione chiara.
Lo so che è molto difficile rappresentarci, lo so che è più semplice scendere i piazza con Sanità o Istruzione - non me ne vogliano queste categorie -, lavoro in un Centro per l'Impiego e so quante e quali siano le loro problematiche, lo so che non abbiamo il sostegno e il plauso dell'opinione pubblica, in fondo noi siamo dei fannulloni, dei raccomandati. In questi ultimi mesi siamo stati attaccati, mortificati dalla stampa e dall'opinione pubblica tutta, ma in realtà siamo solo dei lavoratori, come tutti, a volte sottopagati, demansionati, e abbiamo bisogno del sindacato, abbiamo bisogno delle RSU, che non possiamo eleggere e che hanno difficoltà a rappresentarci in assemblea, abbiamo bisogno di qualcuno che ci dia voce perché la nostra è troppo debole.
Il pubblico impiego nella maggior parte dei casi è impegno, abnegazione al lavoro senza gratifiche, senza riconoscimenti, solo Lavoro. Io vengo da un territorio martoriato dal terremoto, un territorio che ha bisogno di risorse per fare in modo che prosegua la ricostruzione materiale, ed è grazie al lavoro della Cgil che abbiamo ottenuto che il 5% delle risorse venisse destinato al rilancio economico del territorio, ma vi garantisco che ho toccato con mano l'importanza dei dipendenti pubblici, sia nella fase emergenziale che in quella successiva, perché il pubblico impiego il 7 aprile mattina era gia a lavoro per garantire assistenza ai cittadini, per erogare servizi quali mobilità in deroga, casse in deroga, domande di disoccupazione, reiscrizioni.....ed ora chiediamo un impegno forte alla Cgil per risolvere finalmente anche il problema dei precari dei Centri per l'Impiego.
Il pubblico impiego è Servizi, e non possiamo e non dobbiamo rinunciare ai Servizi. In un periodo in cui si parla tanto di Europa, in cui ci riempiamo la bocca di Europa, ma di quale Europa: di quella che ci fa comodo! Sento parlare il presidente del Consiglio Renzi di Garanzia Giovani, ma ancora non ci dice come intende garantire il posto di lavoro a chi dovrà gestire Garanzia Giovani, perché l'80% dei dipendenti dei Centri per l'Impiego sono precari e nella migliore delle ipotesi il 31 dicembre 2014 andranno a casa.
Ma badate bene, il problema non è l'Europa, forse è - come sottolineava in un intervento di qualche giorno fa il professor Romano Prodi - il problema è la Poca Europa, l'Europa non per tutti ma solo per alcuni, l'Europa per quello che ci fa comodo.
Lo slogan di questo congresso è bellissimo ed è un messaggio molto importante: IL LAVORO DECIDE IL FUTURO, io direi piuttosto IL LAVORO SICURO DECIDE IL FUTURO.
Aiutateci a creare LAVORO SICURO per noi e per tutti. Grazie


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