In attesa delle manifestazioni unitarie che il 2 aprile Cgil Cisl e Uil metteranno in campo in Abruzzo e in Italia per chiedere di cambiare la legge Fornero sulle pensioni, le organizzazioni sindacali nei giorni scorsi hanno reso nota la loro piattaforma al governo e al Parlamento. Una serie di proposte e richieste che prendono atto del fatto che non solo "il governo non ha inteso finora aprire un confronto sul tema pensioni", ma anche che la situazione è aggravata "dall'attacco alle pensioni di reversibilità", mentre "prosegue una discussione che, in assenza di una proposta governativa, continua ad avere al centro l'obiettivo di scaricare il costo di qualunque modifica, per intero, sui lavoratori. E ciò mentre i problemi diventano sempre più acuti sia sul versante dell'occupazione giovanile che su quello della condizione di lavoro di chi svolge occupazioni pesanti e faticose, di chi è precoce, di chi il lavoro lo perde e rimane privo di reddito".
Alla luce di queste premesse, Cgil Cisl e Uil prima chiedono "modifiche sostanziali al sistema previdenziale così come delineato per ultimo dalla manovra Fornero, che pone il problema sia delle pensioni future dei giovani e delle donne (per i quali è necessario ricostruire un quadro di solidarietà), sia dei lavoratori prossimi al pensionamento che hanno bisogno di vedersi riconosciute flessibilità in uscita e pensione anticipata a 41 anni di contributi senza aggancio automatico all'attesa di vita", e successivamente avanzano una serie di richieste di cui pubblichiamo il testo integrale e che pongono alla politica alcuni punti-cardine che proviamo a sintetizzare:
- Vanno tutelate le pensioni in essere, giacché le manomissioni dei meccanismi di perequazione operate da vari governi hanno violato i diritti dei pensionati. Inoltre la rivalutazione delle pensioni e la difesa del potere d'acquisto non sono privilegi, dunque vanno previsti meccanismi di salvaguardia e bisogna tornare alla normativa sulla rivalutazione precedente al blocco deciso con la legge Monti-Fornero. Anche la previdenza complementare va rafforzata e il governo deve valorizzare "la peculiarità del risparmio gestito dai fondi pensione negoziali, riconoscendone la finalità sociale anche sul piano fiscale, riportando all'11% l'imposta sostitutiva, innalzata al 20% per una malintesa idea di equiparazione alle rendite finanziarie". E' lo stesso esecutivo poi che deve creare le condizioni per migliorare l'utilizzo dei fondi pensione.
- Per dare lavoro ai giovani "è necessario un intervento strutturale di riforma che dia certezze ai lavoratori e alle lavoratrici, giovani e meno giovani, e restituisca una parte delle risorse risparmiate sulla loro pelle". Se si deve guardare al domani, e se un nuovo quadro di solidarietà è necessario a questo Paese, quello che serve sono pensioni dignitose per i giovani e i lavoratori precari e discontinui. Per questo Cgil Cisl e Uil chiedono di correggere il funzionamento del sistema contributivo, di ripensare la gestione separata dell'Inps e di promuovere la solidarietà intergenerazionale, con schemi quali il ricorso alla contribuzione figurativa.
- Serve infine un accesso flessibile al pensionamento, ma per questo è indispensabile ripristinare meccanismi di flessibilità (a partire dall'età minima di 62 anni oppure con la possibilità di combinare età e contributi) per andare incontro alle esigenze di vita. Comunque sia i sindacati ribadiscono lo loro "assoluta indisponibilità" su eventuali misure che leghino l'accesso anticipato al ricalcolo della pensione col contributivo. Senza dimenticare che quello degli esodati resta un problema da risolvere e che vanno finalmente riconosciuti il lavoro di cura e la diversità dei fattori, ovvero i lavori usuranti.
P.S. In allegato il documento unitario di Cgil, Cisl e Uil